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Potrebbe sembrare un’esagerazione giusto per attirare l’attenzione e magari fomentare mancanza di fiducia nelle istituzioni e un dissennato dissenso e invece no, il senso ce l’ha, eccome. I medici e gli specialisti ci stanno ripetendo alla radio e ai telegiornali che “devono già scegliere a chi dare la precedenza per il ricovero, che devono rinunciare a eseguire operazioni per casi di tumore per far posto ai malati di Covid”. È un refrain martellante e insistente che ci fa saltare su, che ci colpevolizza e ci fa sentire impotenti ed egoisti. Nel mio piccolo ho registrato la disorganizzazione assoluta del Servizio Sanitario regionale, nonché Azienda sanitaria locale Toscana Centro, preso d’assalto a causa dell’ennesimo rialzo dei casi di SARS COV2, in tempi di 4° ondata pandemica, seconda in periodo natalizio.
Ed è così che ai cittadini si conferma per l’ennesima volta la sensazione di essere in uno Stato di Emergenza, ora davvero prolungato e senza fine.
E io, cittadina che è stata alle regole, mi chiedo: hanno speso già tutti i soldi per fronteggiare la pandemia? Siamo rimasti senza scorte di tamponi? E il famoso booster, nonché terza dose? Ma come si fa, se non si riesce a proteggere adeguatamente nemmeno i già bis-vaccinati, a pretendere di aggregare anche i renitenti? Chi alla guerra non vuole partecipare e non si vuole proteggere e prevenire gli effetti devastanti del virus?
Certo qualcosa è andato storto, nessuno nei mesi scorsi ha pensato che l’inverno sarebbe arrivato e con lui il nuovo proliferare e circolare dei virus, influenza compresa?
Io credo che per convincere la popolazione della bontà delle azioni messe in campo si poteva e si sarebbe dovuto fare qualcosa di più e di meglio che oberare i medici di base delle vaccinazioni e le farmacie dei tamponi veloci e farlocchi al 50%, data la bassa sensibilità, venduti, tra l’altro, al costo medio di €15,00 ciascuno.
Mi sembra che il Generale Draghi, con Capitan Speranza e il Sottotenente Figliuolo, abbiano perso su tutti i fronti, una Caporetto sanitaria! Ma quelli che veramente hanno perso, siamo noi cittadini, prima istigati a spendere e spandere per fare un bel Natale in difesa del PIL, poi presi in giro con la diffusione esagerata di tamponi costosi e poco attendibili, e poi sul più bello, a metà strada tra Natale, Capodanno e la Befana: ammalati, chiusi in casa, lasciati soli dal medico, dalle strutture, da chi ci circonda, spaventati e ormai disillusi.
 Vediamo allora di riassumere in pochi punti la disfatta:
1. la salute generale degli italiani, visti i contagi quotidiani che si sono moltiplicati proprio nel periodo festivo in cui avremmo gradito un po’ di serenità e di riposo, non certo di fare ore e ore di coda fuori dalle farmacie sotto la pioggia al freddo e umido per accaparrarsi al modico prezzo di €15,00 un responso farlocco, il più delle volte falso negativo, per andare sereni verso il contagio;
2. la credibilità anche verso chi non si è vaccinato: si sono ammalati tutti, senza tregua né ritegno. Ma non si doveva accelerare con la campagna vaccinale? Ma se gli Hub li hanno chiusi, li hanno diminuiti e poi si sono scatenati sui No Vax. Certo non è colpa loro se sono saltati i tempi, ma allora? Tutto sto puzzo per fare cosa? Per farci odiare tra sorella e fratello? Per dividere famiglie e comunità? Per dare la colpa dell’errore al diverso, strano, controcorrente?
3. In Toscana le assunzioni di personale per la Sanità sono sempre bloccate? Ma se manca il personale, se quello che c’è ha già passato un anno e più sotto stress e si ammala e non ce la fa più? Ma allora qui qualcuno l’emergenza vuole tenerla viva e vegeta: “un’emergenza è per sempre!”.
4. Come dipendenti pubblici (io lo sono), dovremmo essere contenti, perché il ministro Brunetta aveva tolto lo smart working,  in quanto lavoro ‘agile’ voleva dire ‘volontario’ (ed è proprio così, non conta cosa produci, le pratiche che porti a buon fine in un tempo ragionevole, ma le ore che stai seduto al tavolo, come i ragazzini a scuola, quante ore stai seduto, fermo, mani dietro la schiena, al banco!) e ora, con la nuova ondata, lo hanno reintrodotto. Ma sempre con la sensazione di una iattura, un’emergenza che non finisce mai, non per migliorare l’organizzazione dei tempi di lavoro, gli spazi sociali delle persone, l’organizzazione dei trasporti, ma come scappatoia da un pericolo peggiore e ‘chiusura sociale’, oltre che mentale, proposta di un ministro che arriva quando i buoi sono già scappati e la P.A. diventa la ‘cenerentola’ su cui si scaricheranno le frustrazioni e le accuse di inefficienza dei soliti privati, che invece si sacrificano in maniera dannunziana… per la Patria!
5. Emergenza continua, incapacità di dare risposte adeguate, ma anche volontà di non dare le risposte che servono e mantenimento di continuo controllo sulla popolazione spaventata e tenuta isolata per giorni e giorni, senza avere la possibilità di incontrare le persone, di fare la spesa, di andare a lavorare… perché nemmeno il tampone rapido si riesce più a fare.
E qui mi fermo, si perché devo riprovare a catturare un appuntamento online per fare un tamponcino (come chiamo io i test rapidi antigeni sars-covid-2) per vedere di anticipare il mio ‘rientro in società’. Eh già, in farmacia, a pagamento, sono riuscita a prenotare per il 18/04/22, ma stare in attesa un’altra settimana mi sembra un po’ esagerato, quindi con la ricetta del medico riprovo sul portale della sanità regionale: “Seleziona il presidio più comodo per te”. “Disponibilità esaurita”.
ULTIMA NOTIZIA che fa rizzare i capelli: in Mugello, il presidente della Società della Salute, nonché sindaco di Vicchio, nonché figlio del farmacista del paese di Vicchio, cosa fa per meritarsi la riconoscenza dei cittadini mugellani e vicchiesi?
Il sabato 8 e la domenica 9 gennaio, nel pomeriggio dalle 14,00 alle 18,00, organizza una cooperativa per fare tamponi rapidi certificati e a pagamento (€15,00) presso l’HUB di Vicchio, dove di norma vengono fatti i tamponi organizzati dalla della Regione Toscana, senza prenotazione e senza richiesta del medico. Come ha fatto a diffondere la notizia di questo servizio spot? Ha fatto circolare un vocale su whatsapp…
Evvai! L’improvvisazione al potere!
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Marina Carli

Nata x sbaglio a Ferrara, migrata in Toscana per studiare vi è rimasta per amore degli ulivi e delle viti, a cui ha dedicato gran parte della sua vita di studentessa e di agronoma, promuoverndone la cura attraverso tecniche agricole migliorative di agricoltura biologica, ed imparando ad apprezzarne i prodotti nei panel di assaggio. Hobbies: appassionata di cicloturismo. Politicamente: impegnata nel movimento femminista, nel movimento No Tav, nel Consumo critico e nel volontariato a favore delle persone migranti. Ma la vera aspirazione della sua vita è’ fare la contadina… e prima o poi ci riuscirà!


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