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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Nella Giornata dell’ ortofrutta ad Expo, mentre i consumi di frutta e verdura superano per la prima volta quelli di carne, Coldiretti denuncia speculazione +500% prezzi dal campo alla tavola.

Grande operazione di solidarietà degli agricoltori di Coldiretti in Emilia Romagna, tra Bologna e Parma, dove sono stati consegnati sette quintali di frutta fresca a favore delle categoria più bisognose. L’operazione di Coldiretti Emilia Romagna è scattata nella giornata dedicata dall’Expo al primato italiano nella produzione di frutta e verdura durante la quale Coldiretti ha distribuito gratuitamente frutta fresca e spremute ai visitatori della rassegna mondiale di Milano. Rispondendo all’appello di Papa Francesco a non dimenticare gli ultimi, lanciato proprio in occasione dell’inaugurazione di Expo, Coldiretti Emilia Romagna (contemporaneamente anche ad altre regioni), ha consegnato a Bologna 500 chilogrammi di pesche e nettarine all’Opera Padre Marella, uno dei più noti enti di beneficenza a sostegno di tutti i bisognosi, che gestisce case di accoglienza, comunità e mense per i poveri e a Parma 200 chilogrammi di susine all’Emporio Market Solidale, che fa parte della Piattaforma Parma, progetto promosso da Fondazione Cariparma insieme a Emporio Market Solidale e Caritas Parma che ha l’obiettivo di ricercare, raccogliere e redistribuire generi alimentari attraverso i servizi di solidarietà attivati dal volontariato locale.
L’iniziativa ha voluto porre l’obiettivo sul settore dell’ortofrutta italiana che si trova davanti ad una rivoluzione epocale in fatto di consumi, ma anche in un momento di difficoltà sul piano produttivo ed economico, soprattutto delle aziende frutticole.
Infatti, mentre per la prima volta la spesa per frutta e verdura degli italiani ha sorpassato quella per la carne ed è diventata la prima voce del budget alimentare delle famiglie con un cambiamento per le tavole nazionali che non era mai avvenuto in questo secolo, dall’altro lato negli ultimi 15 anni in Emilia Romagna, principale regione produttrice di ortofrutta in Italia, sono scomparsi 21 mila ettari di frutteto, il 24,4 per cento della superficie su cui si produce frutta.
Sul fronte della spesa degli italiani, gli acquisti di frutta e verdura – informa Coldiretti – rappresentano ora il 23 per cento del totale del budget destinato dalle famiglie all’alimentazione per un importo di 99,5 euro per famiglia al mese contro i 97 euro della carne che, con una incidenza del 22 per cento sul totale, perde per la prima volta il primato.
Sul piano produttivo ed economico, il settore della frutta – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – da 15 anni vive una fase di stasi, con la contrazione delle superfici, in particolare delle pesche (–51,5%), ma anche di mele (–43,5%), nettarine (–32,8%), pere (–27,3%) e ciliegie (–26,7%).
La causa – spiega Coldiretti Emilia Romagna – sono i prezzi pagati al produttore, insufficienti a ripagare i costi di produzione, nonostante ci sia ampio spazio per recuperare valore aggiunto per l’azienda agricola. Infatti, dal campo alla tavola i prezzi della frutta hanno un ricarico fino al 500 per cento, dalle pesche pagate al produttore 0,30 euro e rivendute al consumatore a 1,80 euro alle susine, per le quali l’agricoltore si vede corrispondere 0,40 euro per poi ritrovarle sui banchi dei supermercati a 1,40 euro, dai meloni che da 0,40 euro schizzano a 1,40 euro al chilo. È in atto – commenta Coldiretti – una vera speculazione che sottopaga la frutta al di sotto dei costi di produzione agli agricoltori e non permette a molti cittadini di garantirsi il consumo di un prodotto indispensabile per la salute in questa stagione.
In questo contesto una vera innovazione è in atto grazie al progetto “Scendipianta” di Fai, “Firmato dagli agricoltori italiani”, che accorcia la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita, per premiare di più chi produce «bene» e per fornire un prodotto «più buono» al commercio al dettaglio che può offrire maggiore «qualità» al consumatore. Un obiettivo raggiunto con la definizione degli standard qualitativi con la distribuzione commerciale e la selezione dei produttori in grado di garantire questi standard, ma anche un sistema logistico che consenta di assicurare la maturazione ottimale dei vari prodotti anche grazie alla realizzazione di una filiera ridotta e lo sviluppo delle varietà e zone vocate, per privilegiare la qualità alla quantità delle produzioni. Un progetto che ha trovato l’attenzione della principale catena distributiva italiana “Conad” con cui è stato stretto un importante accordo nell’ambito del quale sono iniziate le prove su vari punti vendita con pesche e nettarine che piano piano si estenderanno anche alle altre specie ortofrutticole.

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