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Poste, Petitti e Gazzolo: “Nessuna riorganizzazione prima della conclusione del confronto con gli Enti locali”

Articolo pubblicato il 14 Giugno 2015, Scritto da REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Tempo di lettura: 2 minuti


da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Venerdì scorso in Regione, insieme ad Anci e Uncem, nuovo incontro con Poste spa

“Il senso della sospensiva decisa da Poste è che non si proceda ad alcuna attuazione del piano di riorganizzazione prima della conclusione del confronto con gli Enti locali e dunque prima di aver verificato l’impossibilità di ogni scelta alternativa”. Così gli assessori regionali Emma Petitti e Paola Gazzolo dopo il nuovo incontro che si è svolto venerdì in Regione con Poste spa, alla presenza dei rappresentanti di Anci e Uncem, per fare il punto sul piano di riordino degli uffici postali annunciato da Poste spa (che prevede in Emilia-Romagna la chiusura di 46 uffici postali e la riduzione di orario per altri 34).

Gli assessori regionali e i rappresentanti degli Enti locali hanno ribadito la necessità di poter negoziare tempi e modalità di attuazione del piano, verificando con i Comuni le possibili soluzioni alternative alla chiusura, oltre che di poter comprendere meglio l’impatto sui cittadini dei servizi alternativi proposti, come il “postino telematico’, tenendo in considerazione le caratteristiche della popolazione per lo più anziana che vive nei territori più marginali interessati dal piano di razionalizzazione.

“Chiediamo – sottolineano Petitti e Gazzolo – che continui il confronto con i territori per evitare che la riorganizzazione produca disagi per la popolazione coinvolta e chiediamo che non si proceda alla chiusura di nessun ufficio nei territori colpiti dal sisma del 2012.
Per sbloccare la situazione – concludono gli assessori – riteniamo inoltre determinante anche il ruolo del Governo.
Occorre dare seguito agli impegni assunti dal sottosegretario alle comunicazioni Giacomelli nell’incontro con Anci del 28 maggio scorso e richiamare Poste a considerare che i tavoli con le Regione e Comuni non sono iniziative rituali ma luoghi dove, attraverso il confronto, si possono trovare soluzioni”.

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