Dopo il successo del fumetto Persepolis, la disegnatrice-regista iraniana Marjane Satrapi, porta al cinema, con Vincent Paronnaud, una storia ricca e commovente, un film dai toni melodrammatici che ricalcano lo stile dei film anni 50, con un tocco, talora, felliniano.
Questo lungometraggio però, a differenza di Persepolis, non è più un fumetto ma una bella trasposizione in immagini e scene degne di esso, quasi fossimo immersi in un sogno leggero.
Siamo nel 1958, quando Nasser Ali Khan, famoso violinista di Teheran, perde ogni voglia di vivere e decide di mettersi a letto per aspettare la morte: sua moglie, l’intransigente Faringuisse, durante un litigio, gli ha rotto il su amato violino, per questo nulla e nessuno valgono più nulla.
Sprofondato nel suo letto solitario, Nasser attende l’angelo della morte, ripercorrendo tutta la sua vita, immaginando il futuro dei figli e, soprattutto, rivivendo l’amore per una ragazza conosciuta in gioventù, la bella Irâne.
In bilico fra sogno e realtà, fra vero e immaginario, passato e presente, immensi sono il rimpianto e lo struggimento per quanto si è ormai perduto.
Sembrano trascorsi invano il tempo, la gioventù, il primo amore, la passione per il violino (simbolo di libertà, creatività, leggerezza, spensieratezza e allegria); ormai, il piatto preferito per lui preparato dalla moglie (il pollo alle prugne appunto) non basta più a confortare Nasser e a farlo desistere dall’intenzione di lasciarsi completamente andare e per sempre.
Siamo di fronte a un uomo che ricorda la madre (sulla cui tomba aleggia uno strano e misterioso fumo, forse le tante sigarette ?), ormai solo, triste e disarmato, pronto ad abbandonare tutto per la musica e per l’amore nei confronti di una ragazza perduta ma anche del suo Iran. E che otto giorni dopo la tragica e insindacabile decisione se ne andrà per davvero.
I colori tenui d’altri tempi sono bellissimi, l’atmosfera, come dicevamo, resta quella del fumetto e siamo avvolti da tonalità e sapori molto stile Liberty, frondoso e a volte leggiadro. Vi sono poi anche tanta fantasia, belle e intense digressioni e riflessioni, molti flashback, qualche sguardo al futuro (o flashforward), sorrisi e risate.
La dimensione onirica, un po’ sospesa nel vuoto e nell’aria, resta un plus importante e fondamentale di questo film, così come lo sono la ricchezza inventiva, la dimensione fiabesca e intimista tipica della millenaria cultura persiana, fuori dal tempo e dalla storia. Il film è drammatico ma allo stesso tempo romantico. Consigliato.
Pollo alle prugne, un film di Vincent Paronnaud e Marjane Satrapi con Isabella Rossellini, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Mathieu Amalric, Jamel Debbouze, Chiara Mastroianni, Edouard Baer, Eric Caravaca, Frédéric Saurel, Dustin Graf, Francia, Germania, Belgio 2011, 90 mn.
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Simonetta Sandri
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