Pluralismo e dissenso: Papa e Vescovo
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da: Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso
1. Sono battezzato ma agnostico. Nel 1492 i miei avi ebrei, con ben poca carità e misericordia, furono cacciati da Zamora dalla regina Isabella con il convinto consenso di Torquemada dopo i magri risultati del tentativo di conversione forzata di massa. L’anno successivo, nel 1493, gli ebrei approdati in prima istanza a Genova, su invito degli Estensi arrivarono a Ferrara. Mio nonno, Mario Zamorani, ora sepolto nel suggestivo cimitero ebraico di via delle Vigne, fu l’ultimo ebreo, poi prevalse il contesto cattolico e tutti in famiglia furono battezzati.
2. Nella politica italiana per grande parte gli ultimi venti anni sono stati caratterizzati da un potente blocco determinato dal fatto che, invece di produrre politica e cultura politica, gli avversari di Berlusconi si sono affannati nell’antiberlusconismo; contro, non per costrire. E in misura consistente abbiamo perso venti anni di possibilità. Gli scontri frontali producono macerie dalle quali è poi difficile uscire: pèrdono tutti.
3. Oggi è possibile osservare significative differenze fra le parole e le azioni di Papa Francesco e quelle del Vescovo Negri. Da un lato misericordia, carità e tenerezza, dall’altro potere, forse egocentrismo, prevalenza della dottrina, forse paura. Da un lato dolcezza e parola empatica, dall’altro durezza e parola algida, persino sprezzante; da un lato generosità ed umiltà, dall’altro comando. Anelito e invito a costruire ponti in contrapposizione all’alzare muri; pietas contrapposta a crociate e anatemi; parole indirizzate a tutti, anche ai più lontani, con particolare attenzione per gli ultimi, contro parole rivolte soprattutto a quanti siedono in prima fila e ai militanti. Scriveva Pier Paolo Pasolini negli Scritti corsari: “Senza Carità, Fede e Speranza possono essere anche mostruose”. E Paolo nella lettera ai Corinzi, 1.2: “E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla”. E ancora, 1.13: “ Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”. Bergoglio mi avvicina all’idea di divinità, Negri mi allontana.
4. In passato ho più volte commentato, in dissenso, alcune parole dure e poco amorevoli del Vescovo Negri: faccio ammenda e non lo farò più. Per il futuro preferisco intervenire per commentare in positivo parole e azioni di Papa Francesco. Invito anche altri che potrebbero avere le mie stesse opinioni a prendere in considerazione questo comportamento.
Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani