Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, o più semplicemente Luis Borges, ha creato molti mondi fantastici, la biblioteca di Babele è uno dei più conosciuti. Là aveva immaginato trovassero posto (la planimetria della biblioteca era sconfinata quanto la fantasia creativa del suo autore) non solo tutti i libri editi in tutte le epoche in ogni angolo di mondo, ma anche (e soprattutto) tutti i libri possibili o semplicemente immaginabili. Così, ad esempio, a Babele non c’era una sola Commedia di Dante, ma enne copie della Commedia, ognuna differente dalle altre per una sola lettera di una sola pagina.
Dante, dal suo canto, è stato l’inventore più grande, supremo architetto di una planimetria, complessa e minuziosa, dell’Altro Mondo. Dopo averlo pensato, anzi, mentre lo pensava, Dante e Virgilio si sono messi in viaggio, percorrendolo tutto quel vasto universo, dal basso verso l’alto, fino alle ultime stelle. Fino in paradiso, appunto.
Prima e dopo Dante, gli uomini – assai più prolifici di Dio – hanno creato innumerevoli paradisi. L’Olimpo greco, Il Walhalla vichingo, lo Janna mussulmano, lo Svarga induista (letteralmente “luce del cielo”) situato (narrant) sulla cima del monte Meru. E naturalmente Il comunismo, per credenti e non credenti, ora purtroppo un po’ in disgrazia. Poi i mille paradisi, perduti o ritrovati, dei poeti e narratori.
Personalmente il paradiso che più mi attira è quello di Borges: la sua infinità non mi spaventa. Dall’altra parte ci sarà tempo per leggere TUTTO. Spero solo in una comoda poltroncina.
”Ho sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca”
Luis Borges
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Francesco Monini
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