Più giovani e preparate: ecco le donne ferraresi che fanno impresa
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da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara
19 giugno 2014: 7a edizione del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa. In commercio, agricoltura e servizi alla persona gli spazi più ricercati. Oltre il 40% delle “new entry” rosa ha meno di 35 anni.
Diplomata o laureata, trentacinque-quarantenne e fino a ieri impiegata o quadro in un’azienda, spesso casalinga. E’ questo l’identikit della neo-imprenditrice ferrarese che emerge dall’indagine della Camera di commercio di Ferrara sulle “vere” nuove imprese costituite lo scorso anno, dove per vere nuove si intendono quelle attività che non sono frutto di trasformazioni di attività esistenti, ma iniziative completamente nuove. Un esercito di 8.109 imprese (il 22,1% del totale provinciale) da cui traspare il profilo di una provincia, quella di Ferrara, al femminile che, con più impegno degli uomini, cerca nell’impresa un miglioramento della propria situazione lavorativa o una risposta alla perdita del lavoro.
L’indagine – insieme ai dati relativi al primo trimestre del 2014 dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile – sarà presentata giovedì 19 giugno, con inizio alle ore 14.30, presso la sala Conferenze dell’Ente di Largo Castello in occasione di una delle sette tappe (Salerno, Pordenone, Lecce, Grosseto, Taranto, Alessandria, Prato, Ferrara, Treviso e La Spezia) del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, l’iniziativa di Unioncamere e dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile che, da alcuni anni, attraversa l’Italia per favorire il confronto sui temi dell’impresa al femminile.
“La fotografia che l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio ci restituisce – commenta Gisella Ferri, presidente del Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile – è quella di una realtà dinamica, fatta di imprese femminili che nascono, crescono, si consolidano nel tempo ed entrano a pieno titolo nel sistema economico del territorio. Un quadro che indica comportamenti economici maturi, profili professionali specifici, che, in un momento di crisi internazionale come quello che stiamo vivendo, ci confortano e ci spingono a fare di più e meglio. E’ noto infatti – conclude Gisella Ferri – che le imprese con un alto numero di manager donne o con una forte presenza femminile fanno registrare quasi il doppio di profitti di un’azienda tradizionale. Le donne, insomma, non appaiono più come i soggetti deboli ‘da proteggere’, ma sembrano pronte a guidare la sfida della ripresa, salde al timone dell’impresa come, spesso, a quello della famiglia”.
Tornando al convegno, dopo i saluti della presidente Ferri, di Donatella Orioli, Consigliera provinciale di parità, e di Silvia Manicardi, vice presidente del Comitato imprenditoria femminile di Modena, toccherà a Tiziana Pompei, vice Segretario Generale di Unioncamere italiana, introdurre gli elementi d’analisi sul contributo delle imprese femminili allo sviluppo. Subito dopo Sabrina Fausta Aloise (Istituto Centrale Banche Popolari Italiane), illustrerà le opportunità offerte dalla sezione speciale del “Fondo di Garanzia della Presidenza del Consiglio dei Ministri”, per la cui diffusione i Comitati per l’imprenditoria femminile, istituiti presso le Camere di commercio, sono stati individuati quali presidi territoriali. Sarà poi la volta di una Tavola rotonda, nel corso della quale imprenditrici di successo racconteranno le strategie di chi non ha interrotto il proprio percorso di crescita e prevede, per il 2014, un ulteriore miglioramento. Prevista, infine, la possibilità di incontri personalizzati con gli esperti di orientamento alla creazione d’impresa e per l’accesso al credito, durante e dopo il convegno, prenotando l’appuntamento presso la segreteria organizzativa della Camera di commercio (Tel 0532/783821, email promozione@fe.camcom.it).
L’imprenditoria femminile a Ferrara
Al 31 marzo 2014, le imprese femminili ferraresi erano 8.109, con un incremento di oltre 150 unità rispetto al 31 marzo 2013. Esse rappresentano il 22,1% del totale provinciale, quota più alta della regione Emilia-Romagna e superiore anche al dato medio italiano.
Ancora sbilanciata la distribuzione per forma giuridica: il 66,1% è costituito in forma di impresa individuale. Tra i settori più gettonati: il 26,3% del totale operano nel comparto del commercio mentre il 18,4% in quello agricolo, seguiti dai servizi di alloggio e ristorazione (11,7%) e dalle attività manifatturiere (6,8%).
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