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Questo 2016, a notizie, inizia davvero col botto.
Si torna a parlare di lui, il vecchio Adolf.
Non ne vuole proprio sapere di levarsi di torno quello.
E in questo 2016 potremmo anche rischiare di vederlo ben piazzato fra i best seller in Germania.
Perché?

Brano: “Little Hitler“ di Nick Lowe Album: “Jesus Of Cool“ del 1978
Brano: “Little Hitler“ di Nick Lowe
Album: “Jesus Of Cool“ del 1978

Perché è scaduto il copyright su quel suo libro.
E qualcuno ha pensato di ristamparlo per motivi di interesse storico, ovviamente.
Ma in Germania questa cosa fa anche un po’ paura.
Perché là questa cosa l’han presa comprensibilmente in modo un po’ diverso rispetto al resto del mondo.
L’han sempre presa molto seriamente e non era mai stato ristampato.
Per ovvi motivi, direi.
E qualcuno sta pensando di limitare l’accesso a quel vecchio libro.
Per ovvi motivi, direi.
Io non so cosa dire.
Mi dicono che quel libro in realtà è molto noioso.
Ma una cosa è sicura: questo Hitler sembra davvero un evergreen.
Dal suo posto nei libri di storia ai suoi quadri che si vendono come il pane.
Roba tosta.
Secondo me neanche lui ci avrebbe scomesso.
Quindi per oggi un pezzo parecchio sul pezzo.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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