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Ho partecipato con grande interesse, giovedì, al primo dei tre incontri promosso dal Centro di Mediazione del Comune di Ferrara alla sala polivalente del grattacielo per affrontare il tema della sicurezza, nello specifico della prostituzione. I numeri forniti – oltre 2mila 200 presenze nel 2013 tra Gad e arterie tipo via Bologna, Wagner, zona industriale – ci impongono di guardare in prospettiva e di portare il tutto all’attenzione del Consiglio Comunale. Fatto salvo che i controlli delle forze dell’ordine esistono, fatto salvo l’impegno costante del Centro Donna Giustizia grazie anche ai progetti con l’Usl, fatto salvo che è un problema davvero difficile da affrontare, come hanno ammesso gli stessi relatori, bisogna trovare strumenti per contenerlo, perché debellarlo è impossibile. Sono i dati a rivelarlo: 1 un uomo su 4 va a prostitute, quindi la domanda c’è. Così come i disagi: quelli delle famiglie che hanno la prostituta sotto casa, quelli della prostituta che utilizza l’aborto come contraccettivo, quello di una Ferrara che sta sempre più degradando. E’ stato portato l’esempio di Mestre, che ha attuato il progetto Zoning, creando una sorta di area deputata così da poter gestire i problemi correlati, da quelli igienico sanitari a quelli di ordine pubblico. Ed è notizia di questi giorni che a Roma, in una area del IX Municipio da individuare, partirà ad aprile una sperimentazione per liberare il quartiere Eur, così da tenere sotto controllo il fenomeno e contrastare la tratta. Il tutto in nome del recupero sociale. A Ferrara, durante l’incontro, l’ipotesi è stata avanzata dai comitati, pensando all’area del Mercatone, fuori dal centro abitato. Un discorso di questo tipo richiederebbe una regia, con tutti i soggetti coinvolti, dalla Prefettura al Comune. E risorse. Si potrebbe senz’altro obiettare che significherebbe legittimare la prostituzione, quando nessuno di noi, credo, può ritenersi a favore. Senza contare il rischio che non avendo più il problema sotto gli occhi potremmo dimenticarcene, lasciando inalterati quelli di spaccio e furti, ossia tutto ciò che attiene alla micro criminalità, oggi più che mai all’attenzione della comunità e dei media, soprattutto per la zona Gad. Daremmo una risposta parziale all’allarme complessivo sicurezza. Il punto però è che la questione esiste in tutte le sue articolazioni. La fotografia della prostituzione ferrarese, anche grazie all’incontro di giovedì, ora l’abbiamo. Dobbiamo però dare seguito aprendo un vero e proprio confronto, mettendo sul tavolo progetto concreti, pro e contro, da valutare nel rispetto della vocazione di Ferrara, non importandoli punto e basta, ma costruendoli ad hoc sulla base delle nostre necessità e vulnerabilità. Per questo ritengo debba essere coinvolto il Consiglio. Non fermiamoci ai numeri del fenomeno. Anche perché sono gli stessi numeri di chi vi ricorre, alla prostituzione, ad insegnarci che il problema non è solo ‘fuori’ casa.

Paola Peruffo, Consigliere comunale Forza Italia

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