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Da: Forza Italia Ferrara

Esprimo il mio personale sconcerto nel leggere che il Sindaco Tiziano Tagliani è pronto ad accogliere la proposta, palesemente faziosa, del GAD (Gruppo Anti Discriminazioni) in merito al conferimento della cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano e all’avvio del gemellaggio con il Comune di Riace.

Aspetto decisamente grave per più motivi. Innanzitutto perché si tratta di atti di indirizzo politico che impegnano un’istituzione cittadina (il Comune di Ferrara) e non un partito. Un conto, infatti,è se il PD decidesse di sostenere le vicende di un certo esponente politico, un altro è agire nel nome di Ferrara, in barba ai noti problemi generati dalla cattiva gestione delle ondate migratorie sul territorio, con conseguente sottostima dei problemi di insicurezza e degrado che si sono tramutati in una sonora bocciatura di Tagliani e di tutta la Giunta come testimoniato dalle ultime elezioni. Avviare queste procedure sarebbe null’altro che una provocazione, un atto cioè che mai ci si aspetterebbe da un sindaco chiamato, fino all’ultimo giorno di mandato, a rappresentare tutti i ferraresi, e non proteso unicamente alle campagne ideologiche.
Sempre personalmente mi stupisce questa presa di posizione di Tagliani, non solo come sindaco, ma come uomo di legge. È vero che per tutti vale la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, ma è altrettanto vero che qui si sta ribaltando la realtà, attribuendo riconoscimenti e onorificenze a una persona attualmente indagata per reati connessi all’immigrazione, supportati da intercettazioni telefoniche a altri rilievi.
Paradossale che a sinistra ci si lamenta della faziosità di alcuni rappresentanti dell’opposizione, poi, i loro massimi rappresentanti istituzionali, usano la contrapposizione ideologica per accentuare lo scontro e cercando, con queste carte, di unificare il fronte della sinistra partendo dalle posizioni più radicali e illogiche.

Dico questo, non certo come estremista, ma da liberale e democratica,come esponente di un partito che non chiude le porte in faccia alla questione-immigrazione. Credo però che gli esempi da seguire siano quelli connessi alla capacità di offrire accoglienza a fronte delle opportunità economiche dei territori, in base cioè a flussi programmabili in funzione delle effettive opportunità lavorative locali, unici elementi che possono creare un’integrazione fattiva e durevole.

E questo è ben diverso dal c.d. “modello Riace”, sbandierato da collettivi identificabili dal saluto con pugno chiuso proprio come ama distinguersi il sindaco Lucano.

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