Per l’autonomia delle camere di commercio di Ravenna e Ferrara
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Da: Provincia di Ferrara
Prendiamo spunto dal dibattito recentemente riapertosi, anche a seguito dell’interrogazione presentata dalla Consigliera Regionale Marcella Zappaterra, sul processo di fusione delle Camere di Commercio di Ravenna e Ferrara, per chiedere al Governo di avviare un percorso per consentire il mantenimento dell’autonomia delle nostre due CCIA.
Stiamo parlando di due Enti molto ben gestiti che in questi anni hanno distribuito risorse molto rilevanti a sostegno dei progetti di sviluppo del nostro territorio, con la massima attenzione a non gravare eccessivamente sulle imprese non contrarre forti indebitamenti.
La fusione nasceva come obbligo, per le disposizioni di legge approvate nella precedente legislatura e, sostanzialmente, legate al processo di abolizione delle Province che, come tutti ben sanno, è stato bocciato dal Referendum Costituzionale, e ha lasciato i nostri Enti in uno stato di grave difficoltà.
Le condizioni sono mutate e mentre si istituisce un tavolo nazionale per il riordino delle Province, per le quali si sente persino ventilare l’ipotesi di un ritorno all’elezione diretta, sarebbe sbagliato procedere senza rendersi conto del disegno complessivo, che rischia di mutare quotidianamente anche a causa dei numerosi ricorsi.
I nostri due territori hanno tutto l’interesse a collaborare e a valorizzare i fortissimi punti di contatto che ci legano e che, nell’obbligatorietà avevano legittimamente spinto i gruppi dirigenti delle associazioni ad intraprendere questa scelta: dalla comune appartenenza al Parco Regionale del Delta del Po e a Destinazione Romagna per gli aspetti ambientali, culturali e turistici, ai legami industriali collegati alla Chimica fino ad arrivare a battaglie condivise come quella per il potenziamento della SS16. Questi progetti, e tanti altri, possono tranquillamente essere perseguiti senza andare ad alterare la dimensione Provinciale delle Camere di Commercio che si sovrappone fisiologicamente a tutte le altre funzioni con cui l’ente è chiamato a collaborare, sia nel sistema degli enti locali, che nelle articolazioni dello Stato (Prefettura, Forze dell’Ordine e di Polizia, Tribunale, Ufficio Scolastico, etc.).
Non crediamo sia più tempo di procedere per tentativi nella riforma di tutte le istituzioni della Repubblica ma solo dentro ad un quadro organico che metta i territori e le loro identità al centro per dare servizi più efficienti ed efficaci a cittadini ed imprese e in questo senso il mantenimento dell’autonomia nella dimensione provinciale ci sembra la soluzione che al momento dia maggiori garanzie.
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