Per il secondo Giovedì di Anatomie della Mente Stefano Caracciolo parla di “Giacomo Puccini e le donne”
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da: ufficio comunicazioni ed eventi Unife
“Giacomo Puccini e le donne”. E’ questo il titolo del secondo appuntamento di Anatomie della Mente, il fortunato ciclodi Conferenze di Varia Psicologia, organizzate da Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, che giovedì 19 febbraio alle ore 16.30, nella storica sede della Biblioteca Ariostea (via Scienze, 17), fra Teatro Anatomico e Sala Agnelli, parlerà delle donne nella vita e nelle opere del grande musicista, tracciando uno studio psicobiografico.
Come ci anticipa lo stesso Caracciolo: “Manon, Mimì, Tosca, Butterfly, Liù: le donne delle opere di Puccini compongono un delicato ottocentesco ritratto della personalità femminile, oggi certamente desueto, ma non per questo meno affascinante, con l’eccezione di Turandot che ultima, arriva in pieno Novecento, con sensibilità tutta differente, all’antitesi rispetto all’antico clichè. Ma quanto della delicata sensibilità musicale pucciniana concorre alla composizione di questo variegato campionario di tratti femminili? E quanto della personalità del Maestro lucchese entra nella coraggiosa e disperata lotta di Tosca, quanto nella ingenua speranza delusa di Butterfly, quanto nella algida e feroce determinazione di Turandot? Echi delle figure femminili familiari, della coraggiosa ed esasperata moglie Elvira, della giovane Doria entrata nella sua vita come infermiera dopo il grave incidente d’auto del 1903 e poi morta suicida per la vergogna delle accuse ma ancora vergine, e della ultima amata, la baronessa bavarese Josephine detta ‘Busci’, che lo accompagnò, non troppo segretamente, nell’ultimo decennio della sua vita? O piuttosto, elementi di una psicopatologia tipica del suo temperamento melancolico, costellata di fasi iperattive e creative e di momenti critici in cui la vena creativa si affievoliva, e in cui la caccia, le corse in auto, il cibo ed il fumo non bastavano a colmare i vuoti d’umore così dolorosi e frequenti, come nella lettera in rime falsamente giocose alla sorella del gennaio 1895:
Sono vile, senza vena
Faccio proprio una gran pena
Deh perdona sorellona
Alla Musa traditora
Del fratello panciutello
Che si spreme l’intelletto
Per dirigerti un sonetto.
Ho i pensieri un po’ opalini
Son tuo Giacomo Puccini
Soltanto nel 2007 un fortuito ritrovamento ha consentito di chiarire le drammatiche circostanze che portarono al suicidio di Doria Manfredi: il segreto era custodito in una valigia conservata per anni in un umido scantinato….”
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