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Partigiani oggi, Lucia Marchetti: “Dignità e libertà minacciate da un sistema fuori controllo”

Articolo pubblicato il 3 Settembre 2014, Scritto da Redazione di Periscopio

Tempo di lettura: 2 minuti


Lucia Marchetti, insegnante in pensione

La richiesta è un po’ insidiosa perché si rischia facilmente di cadere in affermazioni generiche su principi e valori su cui è difficile dissentire. Provo tuttavia a dire cosa mi sembra rilevante in questa fase a partire dal contesto in cui mi trovo, un paese considerato ‘civile’, in Europa, in una parte del mondo di relativa pace. Da questa prospettiva il primo aspetto che considero fondamentale e particolarmente minacciato e quello della dignità, individuale e sociale. Per sociale intendo gruppi di età (anziani, giovani) di genere e di classe. Penso alle difficoltà sempre maggiori a vivere una vita dignitosa a causa dell’assenza di lavoro, alla crisi del welfare, ecc. che obbliga un numero sempre più grande di persone a risolvere in modo solitario e isolato problemi di salute e di sopravvivenza. Al venir meno di reti sociali strutturate come la famiglia, il partito, la parrocchia, il vicinato, si accompagna un diffuso sentimento di indifferenza che ci riguarda tutti e che considero la grande minaccia di questo tempo, indifferenza nei confronti della violenza verso donne e minori, ma anche per condizioni di degrado. Un secondo aspetto che mi pare fondamentale è il tema della laicità che metterei in coppia con quello della libertà. Mi sembra che questi valori siano oggi particolarmente minacciati e siano fortemente intrecciati al problema della formazione. In una società della conoscenza stiamo progressivamente perdendo la capacità di controllare i processi e di comprendere le cause di fatti e di fenomeni. A questo proposito cito il passaggio di un testo uscito alcuni anni fa a cui ho collaborato: “ La nostra società ha oggi più che mai bisogno di scuola. Ha bisogno di un luogo salvo in cui tutti possano trovare il tempo e le risorse per riflettere sulla vita, sul mondo e su di sé, un luogo in cui elaborare il pensiero, in cui ricostruire lo spessore storico degli avvenimenti, in cui immaginare un possibile futuro, in cui cimentarsi con il metodo e con la costanza del lavoro, in cui praticare attivamente la democrazia. Ed è più che mai necessario farlo tra generazioni, essere capaci di passare il testimone, assumere la responsabilità del mondo” (AA.VV., La scuola deve cambiare, l’ancora del mediterraneo, 2002, p.101). Troveremo qualche risposta domani nell’annunciata ‘rivoluzione’ da parte del ministro dell’istruzione?

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Redazione di Periscopio



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani