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Giuseppe Gattino, imprenditore

In tempi “liquidi” come i nostri, in cui gli schieramenti difficilmente possono essere ricondotti ai valori della tradizione politica del Novecento, credo sia giusto lottare per difendere il valore della responsabilità individuale. La battaglia da combattere non è banale, perché chiedere alle persone – qualunque potere esse abbiano – di rispondere di ciò che fanno e di riconoscere la propria responsabilità nei processi in cui sono coinvolti, può essere rivoluzionario.

Non si tratta di cercare capri espiatori o di inseguire slogan che esorta(va)no alla rottamazione della vecchia classe dirigente: riconoscere le proprie responsabilità è il primo passo verso il cambiamento. Pensiamo alla lunga crisi che stiamo vivendo e alle sue conseguenze sulla vita di ognuno di noi: ancora oggi non sappiamo chi ringraziare e le responsabilità per i disastri di questi anni si perdono in un mare di alibi.

I nemici da combattere sono coloro che si nascondono nei corridoi del potere, delle clientele e della viltà organizzativa. I nuovi partigiani sono le persone che non hanno paura di decidere, che fanno quello che dicono e che se ne fregano delle appartenenze e delle rendite di posizione.

Tutto questo è poco poetico: sarebbe più facile parlare della fame nel mondo e degli abusi delle multinazionali, o della finanza barbara e delle mafie. Ma anche lì il male attecchisce perché le persone non hanno il coraggio di rispondere di ciò che fanno. Ed ecco perché lottare per trovare quel coraggio è un dovere al quale non possiamo sottrarci.

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Redazione di Periscopio



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