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PAROLE A CAPO
Roberto Paltrinieri: “Amici per la vita” e altre poesie

Articolo pubblicato il 31 Dicembre 2020, Scritto da Benini & Guerrini

Tempo di lettura: 2 minuti


“La poesia muore se non la si offende: bisogna possederla e umiliarla in pubblico, poi si vedrà cosa diventa”
(Nicanor Parra)

  

ASSORTO

Aspetto
all’ombra della luce
il cambio di voce
tra giorno e notte
per udir ancora
il suono
di foglie secche
staccate da un debole vento.
Ad occhi chiusi
pare proprio
quello di una pioggia leggera.
Niente è più come prima
Avido di giorni
fingendo gratitudine
ho accumulato ricordi
da raccontare
ai distratti turisti della mia vita
Sazio di tempo
ora non parlo più
non serve
Mi troverai assorto
nella nostra casa di vetro
per non perdere nulla
neppure un attimo
dei sublimi colori del cielo

 

AMICI PER LA VITA

Ti ho conosciuto quando
le stanze erano così grandi
e gli anni piccoli
quando sorpreso guardavi severa negli occhi
chi rideva di me
quando prima di addormentarti
lanciavi di nascosto
un bacio alle stelle
e tirando il panno fin sopra la testa
nascondevi le nostre paure sotto le coperte
E poi una notte
un sogno
i piedi sembrava non toccassero mai terra
mentre il respiro riempiva l’anima
leggera galleggiavi sull’aria
verde come un prato
Sei sfrecciata via
diritto
dentro una notte nera
adesso senza più fermate
Alzo il colletto
ma il freddo non è fuori

 

BEPPINO

Vestito metà di stracci
metà con abiti da festa
congeda la notte alle quattro del mattino
Ancora avvolto dal profumo di lino e di canapa
scende piano le scale
della casa silenziosa
sussurrando con pudore versi da poeta
Di tratto antico
al primo sole
lo puoi vedere già
sulla bicicletta
ondeggiare
nel giardino
tra i suoi fiori del passato
Si ferma
li saluta con la mano
uno per uno
mentre l’altra
passa leggera
sugli occhi di lago
umidi
I visi delle fotografie intorno
scaldano membra rannicchiate
dagli acciacchi mai ascoltati
e sul far della sera
tra i grandi cuscini
della vecchia ottomana
in cucina
alla fine si addormenta
prima
dell’arrivo
dei pensieri

 

QUELLI CHE RESTANO

Gli occhi profondi
di quelli che restano
sono gonfi
di lacrime
gocce salate
di un grande mare
I loro corpi barcollanti
danzano
soli
non si fermano mai
Cullano il dolce nome
nelle notti
in una tenerissima ninna nanna
mentre cercano di addormentare
pensieri rimasti svegli
per tutto il giorno
Increduli
sostano di fronte
alla stanza
in piedi per ore
Entrano
dopo aver tolto
il fiore dal cuore.

 

Roberto Paltrinieri (1958), docente di scuola superiore a Ferrara, collabora con Ferraraitalia scrivendo articoli di ordine filosofico-sociale e da oggi… con le sue poesie

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui] 
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani