Parole a capo
Pietro Pancamo: “IN QUARANTENA” e altre poesie
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“A intervalli regolari, mi si chiede quello che nessuno può dare: una definizione di poesia. Oggi – mai avrei delle altre formule domani – rispondo:”La prosa è una caccia all’uomo, la poesia una caccia all’unicorno”.
(Alain Bosquet)
AEROPLANO
Se tento
di raggiungere il cielo
la distanza rimane invariata.
M’avvicino
soltanto alle nubi.
IN QUARANTENA
In quarantena
parole e frasi
sono gli intercalari del silenzio
che smette, ogni tanto,
di pronunciare il vuoto.
Allora qualche indizio di materia
deforma l’aria,
descrivendo le pause del nulla
prima che il silenzio
si richiuda.
(Le mani s’infrangono
contro un gesto incompiuto)
IN INCOGNITO
Un’altra notte di pandemia
e io dormo in incognito
per non farmi riconoscere dagli incubi.
Scavano per l’aria come talpe;
hanno un paio d’occhi
larghi e fotofobici.
Sul comodino
il lume acceso mi nasconde.
FRAMMENTO
A tratti nel buio
la filigrana di stelle
configura
la mia rabbia pensosa:
amore o incertezza, incertezza e amore.
Pietro Pancamo
Pietro Pancamo (1972) è un editor professionista. Coordina la sezione-poesia del mensile italo-olandese Il Cofanetto Magico (diretto da Maria Cristina Giongo), mentre su EffettoTre, mensile concepito per il personale della Regione Carabinieri Sicilia, è titolare della rubrica Effetto… letteratura. Scrive inoltre per il blog Signoradeifiltri ed è autore del volumetto di versi Manto di vita (LietoColle). Con la silloge di poesie Il silenzio stonato (Edizioni Thyrus) ha vinto il Premio letterario “Città di Torino”.
Dopo essere stato incluso nell’antologia Poetando (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, s’è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» della Rai e dedicare una puntata del programma Poemondo dalla radio nazionale della Svizzera italiana. Oltreché nel portale de Il Fatto Quotidiano, suoi testi sono apparsi su numerose riviste. Ne citiamo alcune: Poesia, Scriptament, Atelier, Tuttolibri, Diogen (periodico di Sarajevo tra i più importanti d’Europa), Philos (rivista brasiliana di Recife).

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Benini & Guerrini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani