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Parole a capo
Lino Di Nitto: “Settembre” e altre poesie

Articolo pubblicato il 30 Settembre 2021, Scritto da Benini & Guerrini

Tempo di lettura: 2 minuti


“Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò.”
(Cesare Pavese)

LITORALE

Tra i declivi e l’arenile,
dove è possibile amare anche l’ansito
e il calore prospero che agita le acque fino a sera,
per gesti e fragranze d’accudire
in focolai di pianto
ho caute
le prime altari di pioggia calde e veraci,
e così appare al dormiente
mantide e recisa
la mia schiena al giorno

 

SETTEMBRE

L’estate ha riacquistato il suo silenzio

Ci si ferma per colazione affrontando il mare,
il regno della dimenticanza e dell’oblio
(nostra grazia naturale)

Le mie giornate di paese
scorrono lente e commoventi
in totale solitudine
Qualcuno rimane – non sceglie di rimanere –
altri vanno via

Settembre ha ali di bronzo,
il vento febbrile che stimola l’ascolto.
Pace, pace alle anime in travaglio!

Restiamo al sicuro ancora qui,
nelle nostre bagatelle private,
nei nostri timori gracili e sofferti:
nulla è passato invano.
Ci siamo scoperti anche fortunati,
e questa è francamente una sorpresa.

Settembre giunge dunque e passa in fretta,
per l’anima paesana che teme il mondo,
rifiuta il mondo, fa il mondo a sé.

 

AD OGNI NUOVA AMICIZIA

C’è quella distanza tra noi,
una forza che
dall’incanto dell’incontro,
giunge a noi per tramortirci,
e l’intenzione
è già cosa remota,
una vuota stanca perifrasi per dire:
non osare

Abbiamo tentato di cogliere
per queste vie
una fonte ed un ristoro,
un privilegio in cui dissipare
malumori e sconfitte,
procedendo addirittura cauti
e attenti ad ogni riga,
ad ogni posizione,
ad ogni nuova amicizia

Vero,
l’amaro scandalo
ci appartiene per riflesso,
dichiarandoci invise la vanità
e la brutalità dell’evento
Quel che è buono non è giusto,
quel che è giusto non conviene
Noi non ci conosciamo

Lino Di Nitto è semplicemente un poeta. Ha quarantotto anni e da qualche tempo vive a Monza. La sua prima pubblicazione risale al 2003; a questa hanno fatto seguito varie raccolte, fino alla testimonianza prevalentemente in versi di “Io sono la mia preda” (2019).

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

 

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani