Parole a capo
Giorgio Bolla: “Una Venezia malata” e altre poesie
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“Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo anche la brezza sarà preziosa.”
(Rainer Maria Rilke)
Tua è l’estasi
Tua è l’estasi
ma anche mia
tra squarci di rovere
e pioppi d’infilata.
Tu, amore,
in sere silvestri
abbandoni memorie
e giochi
come davanti a vecchi
alberi
che parlano,
adusi al sistema
dell’irrealtà
sotto balconi e
pietre di fiume
tra bave e
scogli
innalzati i respiri
alla ricerca dell’ora
e di una carezza.
Si sta bene dopo la pioggia
Si sta bene dopo la pioggia,
nella tua erba.
Tu
Tu, piccolo sole nero,
hai scelto la morte
o l’ho scelta io
per te?
Ruvide e stanche
quelle poche giornate,
e notti,
a te concesse
sul filo dell’addio,
sotto il giogo
del nulla.
So dove sono
So dove sono e
che altrove avrò
scelgo strette calli
o vedo la figura tua,
immergo aria e vento
nemmeno là,
tra le foglie.
Una Venezia malata
Una Venezia malata,
febbricitante
dentro il pianto di una donna.
Non mi abbandonare
ma aprimi
il vento.
GIORGIO BOLLA nasce nel novembre 1957 nella città che ha dato il nome al Mar Adriatico. È quindi veneto. Ha pubblicato numerose raccolte personali e conseguito Premi di Poesia nazionali ed internazionali: in particolare nel 2011, a Larissa (Grecia), ha conseguito il Gran Premio di Poesia Mediterranea. Ha pubblicato un saggio filosofico The Metaphor (e-book – Mnamon ed.). Nel 2020 con Gradiva Publications (New York) ha pubblicato Among Water, Angels and Wind.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
In copertina: foto di Ambra Simeone
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