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“Ho avuto tutte le cose che una donna può chiedere al suo destino, ma grande sopra ogni fortuna la fede nella vita e in Dio. Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente. Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo.”
(Grazia Deledda)

Distanze

Ho traslocato
i pensieri
nelle distanze
del mondo

gettati a mare
come un’àncora,
recisa
definitivamente
la fune.

Ho abbandonato
crisalidi
nei deserti
nelle cicatrici
della terra

ai piedi
dell’oceano

nel canto
delle sirene

Oggi sono nastro
di sole
che riluce
negli abissi

un giorno, ippocampo
un giorno nuovo, luna

invisibile
appesa
alle estremità
dell’universo

(da E.Rossi, Le sette vite di Penelope, LietoColle, 2012)

Rideva il cuore

Rideva il cuore
impastato di terra
impazzito di fango.

Ho toccato
la mia anima
nella rugiada
tremula
di una lacrima.

Non l’ho
mai vista
così bella
così nuda.

Non mi
sono mai
sentita
vivere
come ora.

Ti bacio, Vita.
Ti bacio sulla pelle,
ti bacio sulle labbra.

Oggi ti perdóno,
Vita.

E
finalmente
perdóno
me.

(da E.Rossi, Diario di una peccatrice, ilmiolibro, 2018)

nota a piè di pagina

credevo d’essere
una nota a piè di pagina
nascosta lì, tra le righe
in fondo all’anima

ma tu mi hai vista
un giorno
e mi hai tirata fuori

sono sbocciata
nell’incanto
di una lacrima.

Ero farfalla
dalle ali
troppo fragili

e vacillavo
come sopra
a lunghi trampoli

esile stelo
per portare
quale cielo?

Ora respiro,
nei tuoi occhi
ora mi vedo.

E mentre nevica
la vita per davvero
poso le labbra

e sorridendo bevo
questo presente
randagio
dentro un fosso
quasi fosse
il bacio rosso
di un papavero

sinfonia di papaveri

ed è di nuovo
sinfonia di papaveri

brindisi
di esuli fiori
nei lunghi calici
e tintinnio
dorato
di spighe

infinita
danza di anime
che scrolla
dall’inverno
ogni inutile
paura

(da E.Rossi, ho svaligiato l’universo, Aletti, 2020)

indirizzo d’albero

indirizzo d’albero
elegìa del giorno
solco nella terra

inchiostro

lasciami
firmare
di bellezza
il mondo

Eleonora Rossi è insegnante, autrice e giornalista. È direttrice responsabile della rivista «l’Ippogrifo» e autrice dei libri Le sette vite di Penelope (LietoColle, 2012), Diario di una peccatrice (ilmiolibro.it, 2018), ho svaligiato l’universo (Aletti, 2020). Sue composizioni sono presenti in antologie poetiche e la sua scrittura è stata apprezzata in numerosi concorsi letterari. Nel 2017, dopo aver vinto il Premio Cet Aletti, si è diplomata al Corso per Autori della scuola di Mogol. Nel 2019 era tra i finalisti del Tour Music Fest,The European Music Contest. Nel 2020 l’Accademia Mondiale della Poesia (presidente di giuria Franco Arminio) le ha assegnato il secondo premio al concorso internazionale “I corpi e i luoghi”.

La rubrica di poesia Parole a capo esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. 
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Benini & Guerrini



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