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“La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.”
(Oscar Wilde)

Lo sguardo di Ulisse

Partiamo sempre per tornare
a qualche volto, luogo, immagine.

Sfidiamo le correnti, gettiamo reti
in mare, spesso ci coglie il vuoto.

Siamo figli di un sogno, di un’utopia
leggera, di un tendere all’ignoto.

Cerchiamo le forme primigenie,
il tempo delle origini, l’Amore che redime.

Seguiamo il canto di improbabili Sirene
legati all’albero maestro di un ricordo

– ma in fondo partiamo sempre per tornare
a un volto, a un luogo, ad un’immagine.

 

Exit music

(da un verso di Eugenio de Andrade)

Il mare trascinate alla sua porta
quando il garbino ne pettina le onde
lasciate che l’estate irrompa lieve
nelle sue stanze di cenere vestite.
Fate un sudario di resina e di rose
che copra le ferite del suo canto
lasciate che la sera scivoli tra i pini
fino a indossare le ombre della valle.
Fate che sia così –
corpo che si fa quiete
verbo che si fa luce
sangue che si fa vita.

 

Altri occhi

Morirono anni di fede e passione.
Mentre l’estate scandiva le notti
tu cercasti rifugio
nella felce ingiallita che schiude
la sera a nuove più dolci intemperie.
Condanna non è il tempo
se confini lo sguardo nell’ombra
e non sprechi orizzonti in parole.
Sillabare il silenzio, questo tu devi;
altre forme cercherà il cuore,
altri occhi verranno.

 

Autunno nella Pialassa

Fluisce fra le reti un’onda immobile
di calma piatta, di vuoto antico
che serra anche il tuo volto in un deliquio.
Vitreo disvela l’orizzonte cupo
un’aria inane solcata
dal ritmo stento dell’universo urbano – :
E diroccati pini arsi dal gelo
annunciano le luci industriali,
la sera fossile dischiusa
nel tenue gioco di umane forme
nel canto del fringuello –
nel sangue indivisibile
delle tardive rose.

 

L’Altrove

Il tempo oggi si curva su di sé
a chiosare il passo tuo
che sfiora questi angoli
di arcate e di silenzio.
Dei pochi votati alla partenza
io solo son rimasto, chiuso
in un destino di metrica e d’esilio.
Ma qui, nel miraggio
di venti e di brughiere,
riarde il sogno dell’Altrove
fermo nella nebbia che svapora
– alto nello svolo
dei passeri al mattino.

Difficile è stato “distaccare” alcune  poesie da questo prezioso libretto di Daniele Serafini “Di memorie e di oblio”, (Editrice La Mandragora, 2022), corredato di undici acquerelli di Giuliano Della Casa, dove – come ha detto l’autore in una recente intervista – “memoria e ricerca delle radici camminano affiancate, spesso sullo sfondo di un paesaggio, quello padano e della riviera romagnola, che fa da sfondo a ricordi e stati d’animo.”. (Pier Luigi Guerrini)

Daniele Serafini, nato ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, da una famiglia originaria del Triveneto, è poeta e traduttore.  Laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna, negli anni Novanta è stato redattore delle riviste di poesia e arti visive “Tratti e “Origini”. Attualmente fa parte della redazione di “Laboratori critici. Rivista semestrale di poesia e percorsi letterari” diretta da Matteo Bianchi. Con la raccolta Eterno chiama il mare (1997) ha ottenuto una segnalazione di merito al “Premio Internazionale Eugenio Montale” edizione 1998; la sua silloge Quando eravamo re (2012), finalista al “Premio Gozzano”, è stata successivamente pubblicata sulla rivista britannica “MPT Modern Poetry in Translation” nella traduzione dello scrittore e poeta irlandese William Wall. Ha preso parte ad eventi  letterari all’estero, tra cui il Cuirt International Festival of Literature di Galway (1995) e il Cork World Book Fest (2019), tenendo letture poetiche e partecipando a workshop di traduzione. E’ presente in alcune antologie poetiche tra le quali si segnalano: Alberto Bertoni, Trent’anni di Novecento. Libri italiani di poesia e dintorni (1971-2000), Book Editore, 2004; D’un sangue più vivo. Poeti romagnoli del Novecento, a cura di Gianfranco Lauretano e Nevio Spadoni, Edizioni Il Vicolo, 2013. Sue liriche sono state tradotte e pubblicate in vari paesi europei.  Vive tra Marina Romea e Lugo di Romagna, dove è stato direttore del Museo Francesco Baracca e responsabile delle attività espositive del Comune. Collabora con la rassegna “Caffè Letterario” e con il settimanale “Il Nuovo Diario Messaggero”.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Benini & Guerrini



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