Parole a capo
Cecilia Bolzani: “Quella porta chiusa” e altre poesie
Tempo di lettura: 2 minuti
“La poesia è quando un’emozione ha trovato il suo pensiero e il pensiero ha trovato le parole.”
(Robert Lee Frost)
FERRARA
Nebbia di latte
Sagome soffuse
Sguardo vagante
Non scorgo le cime degli alberi.
Scruto il bianco.
Conosciuto ma non scorto
d’improvviso appare:
spazio e tempo ritrovano un ordine
è il Castello Estense
che soccorre oggi la coscienza.
Dal caos silenzioso
risalgo e riconosco
la sua forma solida.
Luogo umano
spazio urbano
umida realtà padana
foriera d’ordinata chiarezza
Ferrara.
QUELLA PORTA CHIUSA
Sto piangendo
una sofferenza che viene
dal profondo.
Un macigno si è smosso
che racchiudeva un fantasma.
Ed ora vaga, vaga, vaga…
Lacrime lente: ho paura di me.
Lo vedo, non è che un velo
non può più celare
la solitudine di quella bambina
alla quale era chiesto
di essere grande.
Nessuno sapeva …
ho dimostrato di bastare
a me stessa.
Ora guardo
quella porta che si è chiusa
lasciandomi fuori.
RISONANZE
Lento è il fluire dell’acqua
che il fiume porta lontano.
Silenziosa è l’attesa degli alberi.
Dal ponte, l’ansa confonde
cielo e terra
che si fondono nel verde grigio
mentre l’orizzonte schiarisce.
Il tempo, dilatato nella quiete,
risuona echi e voci.
Evanescente, l’atmosfera invita
all’ascolto.
Il freddo ferma la vita
ma feconda la mente
di chi attende il sole.
Dolce, segreta, seducente
giunge dal cuore
un’intima melodia
una calda tenerezza avvolge
pensieri ed emozioni.
Leggera trascorro…
Cecilia Bolzani è nata a Ravenna e si è laureata in Lettere presso l’Università di Ferrara, città dove vive ed insegna in un Istituto superiore. Da sempre ha sentito la scrittura come una necessità interiore e la poesia come un mezzo privilegiato per esprimere gli stati dell’anima e dare voce all’empatia per entrare in relazione ed interpretare il mondo.
Ogni suo verso nasce da emozioni provocate da luoghi, oggetti, eventi che le permettono di mettere a nudo la propria interiorità, evocare situazioni, impressioni che superano la dimensione personale e toccano il cuore per divenire linguaggio universale.
Negli anni ha raccolto e custodito in un cassetto le sue poesie; queste sono le sue prime pubblicazioni.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Benini & Guerrini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani