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Parole a capo
Alberto Ronchi: “Una poesia”

“La poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere.”
(Italo Calvino)

 

e ballavamo
in mezzo alla strada
un’assemblea di sole donne
volevano
le femministe
eravamo usciti
increduli e disciplinati
impegni finiti
inizia la festa

e i sessantottini
sempre un po’ pessimisti
sempre un po’ ottusi
aprivano
discussioni infinite
non può essere considerato
rivoluzionario
rinunciare ad affrontare
contraddizioni movimento
insieme
da compagni

ed era vera gioia
nel sole già tiepido
del mattino
sentire
in leggera lontananza
risposta
scandita in coro
col dito col dito
orgasmo garantito

e in 10 o 12
ci si incamminava
verso la piazza
sempre aperta
la porta della sede
lavorare
al piano del giorno
colletta per il collettivo
stecca di fumo
bottiglia di vodka o grappa
continuare nel tentativo
di forzare porta sgabuzzino
per celebrare in anticipo
festa unione donne italiane
rincorrere
sventurato o sventurata
fuori e dentro sede
varie ed eventuali

e ormai liquefatti
raggiunto eventuali
esprimevamo
nostre migliori virtù
colorare
con dedizione e amore
testa di peltro
lenin reliquia
solidarizzare
con militari
caserma dietro l’angolo
fette di salame
bicchieri di vino
finalmente sottratti dal magazzino

e poi tornavano le ragazze
calze di lana
zoccoli meravigliosi
qualcuno era svenuto sul divano
un altro dormiva per terra
ma le parole
si disperdevano
nelle stanze
per cadere
misteriosamente
negli angoli più appartati
proprio dove
sarebbero letteralmente esplosi
improvvisi e irrinunciabili
amori

Alberto Ronchi è nato a Ferrara l’1 ottobre del 1961. E’laureato in filosofia. Ha svolto diversi mestieri: operaio, operatore culturale, amministratore pubblico. Attualmente è un insegnante (precario). Ha pubblicato due piccoli libri di poesia, entrambi nella collana fotocopie, editi da Modo Infoshop di Bologna.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

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Benini & Guerrini



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)