Parole a capo
Agnese Coppola: “Ho sciolto i capelli” ed altre poesie
Tempo di lettura: 2 minuti
“La poesia è come il canto dei delfini. Non tutte le orecchie possono percepirla.“
(Valeriu Butulescu)
Ho sciolto i capelli
Ho sciolto i capelli
È tempo di vita.
Scenderò da sola
senza darti il braccio
le scale tortuose di noi.
Avrò il mio equilibrio
anche tra le edere sospese
delle tue battute.
Traboccano troppe parole
sicure ma chiuse
in pennellate secche di tempo lontano.
Sarò tutto quello che sono
senza occhi rampicanti sulla mia persona.
Ho sciolto i capelli:
è tempo di vivere.
(da “Ho sciolto i capelli, Abbracciami Frida“, La ruota ed., 2018)
Porto in giro un nome
Porto in giro un nome
E niente più
nel sottobosco
i fiori gemono e vogliono
rimanere boccioli.
I fiori coperti di neve
hanno freddo e
io sono solo un passeggero,
uno dei tanti
di questo mondo.
Fuori passano
lampi di ciglia
li scorgo dai finestrini
al ritorno.
Chi ero.
Non sono già
alla fine del verso
vado a capo senza sapere.
Passeggero e paesaggi
li porto dentro.
Ero. Imperfetto. Prospettiva.
Rimane ancora dentro
la paura di scendere
Mi sono persa
tra viali di inchiostro e
pagine pregne di fumo
tra la tempera
mi sono persa
io che ho sempre avuto
ben chiara la strada e
la porta con un mazzo di chiavi
(da “Specchi“, Il raccolto dei poeti ed., marzo 2019)
Io sono Frida
Usa l’accetta, Amore,
affila le parole
con le mani potresti solo
accarezzare la corteccia dura
del tuo cuore
sotto l’armatura appari indifeso
io nuda nella forza.
Aspettava a capo chino un fiore
il bacio della pioggia.
(Ma tu baciavi tutte con tenera forza)
Il legno già narrava del carico
di sabbia e sale.
Io so che il mare si sa amare.
Ho rotto anche oggi una parola
Ho rotto anche oggi
una parola
è un giorno di festa.
Ascolta il rumore
del guscio spaccato di noi.
Tintinnano le mani
alla ricerca di te.
Tentativo vano
di erbosa luce di campo
(da “La sete della sera” , Ed. La vita felice, Gennaio 2021)
Agnese Coppola (Nola – NA). Laurea in Lettere classiche nel 2004. Vive in provincia di Milano dal 2006 dove insegna presso l’Istituto Alessandrini di Abbiategrasso. Curiosa, appassionata e vorace lettrice scopre il mito di Lilith che determina un’esplosione poetica e il coinvolgimento dei suoi studenti nel progetto “Io sono Lilith”. È co-fondatrice della Rivista internazionale «Tam tam bum bum» e attiva organizzatrice di eventi culturali – poetici e artistici come NaviglioInVersi e Ric-amati. Pubblicazioni: Mario, in Vacanze milane (Guerini e Associati, 2012); Ho sciolto i capelli, abbracciami Frida (La ruota edizioni, 2^ ed., 2018); Strisce pedonali, L’Erudita, 2018 ( romanzo); Specchi (dialogo poetico) con Gianni Bombaci (Raccolto, 2019); La sete della sera, Ed. La vita felice (gennaio 2021).

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Benini & Guerrini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani