Quest’articolo raccoglie Poesie per la Pace in Ucraina. L’idea è nata oggi in una discussione sulla chat del Collettivo Poetico Ultimo Rosso da una proposta di Rosaria Munafò. Rosaria ha poi appeso tutte le poesie nel proprio giardino a Cernusco Lombardone (Lecco). Ci è sembrato giusto presentare le poesie del Collettivo, scritte di getto nei giorni scorsi, anche sul nostro giornale, una specie di “numero speciale’ della rubrica Parole a capo. All’inizio della micro antologia abbiamo inserito la bellissima poesia “Ho dipinto la pace” della israeliana Talil Sorek. Il testo è stato scritto nell’ottobre del 1973, durante la guerra del Kippur, quando Talil era una ragazzina di 13 anni. Chiude la raccolta la celebre “Ninna Nanna” di Trilussa, recitata dall’indimenticabile Gigi Proietti.
(Pier Luigi Guerrini e Ambra Simeone)
Per seguire e /o aderire alle iniziative del Collettivo Poetico Ultimo Rosso seguite la pagina Fb [qui]
O scrivete a: lultimorosso.ferrara@gmail.com
Ho dipinto la pace
Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per la sabbia ardente,
ma avevo l’arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
Talil Sorek
Alla fine
di Annarita Boccafogli
di Lidia Calzolari
Il mio cuore
spinge e piange
tumultuoso
si accalca
vicino al petto
Assedia il torace
Implora solo pace
Oggi 26 febbraio 2022
di Franco Mosca
Mi viene incontro una nonna
tiene per mano la sua nipotina
vestita di bianco
recita una allegra filastrocca:
“il gallo fa
chicchiricchì
la gallina coccodè
e tutto il mondo canta con me!”
la filastrocca vola nel cielo
e tutti i cannoni a bocca
aperta perdono la voce!
Volassero colombe
di Paola Sarcià
Volassero colombe
nel cielo di Kiev
candide
inattese fioriture
sulle strade polverose
di macerie
perle lucenti, gli occhi
respirerebbero pace
Guardo i miei fiori
di Roberto Dall’Olio
Chissà se ancora vive
la maestra di Vladimir, se ricorda la volta delle botte
coi compagni.
E lei a sanare la zuffa
dando insegnamenti.
Chissà se la madre e il padre
vedono Vladimir
da un qualche punto del mondo,
questo o un altro.
Chissà da chi e quando
ha appreso a giocare
senza regole,
inventando scorciatoie per la vittoria.
A tutti i costi, senza più il lume della umanità.
A pensarci bene non scrivo poesie sulla “Pace”
di Rosaria Munafò
A pensarci bene non scrivo poesie
sulla “Pace”
di Cristiano Mazzoni
un essere immondo, senza dignità.
La Pace
di Francesco Loche
di una notte fredda
urla
il tuono della morte
L’anima frantumata
in domande mute
paura senza respiro.
Il mondo muore
di insensate ragioni
nemmeno la salvezza
di una lacrima.
Buio
di una fredda notte
e sogni tiepidi
nel silenzio che attende
la nuova luce.
Occhi sbarrati
mani che tremano
e voi
uomini dal potere malefico
uccidete la speranza
e lordate il futuro.
E silenzio
dietro quegli occhi
senza parole
ora.
Viene ucciso
lo spirito dei popoli:
la loro PACE!
di Roberto Paltrinieri
ll tempo della guerra
di Olmo Losca
C’è stato un tempo
della case spianate
delle bombe sganciate
festeggiate con lo champagne
Era il tempo del generale
della mancanza del pane
del lager accettato
della disperazione della fame
C’è stato un tempo senza sole
armonia dimenticata
gelo senza scampo
odore di morte
Era il tempo della guerra
dei fili spinati
di corpi congelati
vestiti di dolore
C’è stato un tempo
del pianto dei bambini
isolate note
mai ascoltate
E tutto questo passato
intriso di brutalità
non è mai finito
è solo coperto dalla pubblicità.
In tempo di dolore
di Maria Mancino
annunciano tragedie
al ritmo disordinato
di un tremante delirio
la sequenza è incomprensibile
il significato penzola
dal cappio del tormento
e non c’è consolazione alcuna
nel vuoto di una domanda
Si arrende anche l’unico spiraglio
che in affanno scandiva gli attimi
l’orologio appeso al muro
ferma il tempo
in tempo di dolore
di Cecilia Bolzani
vedo l’attacco
i fuochi
i ferri contorti
attonito
grida
Pace!
da luci arancioni
chimiche
tossiche
attonito
grida
Pace!
suo figlio
al fronte
con le bimbe
un futuro
altrove
alla radio
da un rifugio
continua a
parlare
l’urlo nero delle madri…
Mente
Pancia
chiedono
Pace!
di Sonia Tri
e noi piccole figure con candele ai piedi
per gioco
neri brusii e brevi soffi e sibili e rimbombi
che finiscono presto in un :”bu” di sorpresa
scoppiare in una gran risata
per far sparire con la luce
tutte le paure
solo per gioco
fossero solo ombre fatte per gioco
con i nostri migliori abiti da festa
tutto trine e raso
trasparenze d’organza e morbido velluto
e pendagli coi fiocchi
solo per muovere le ombre
di quel nero da festa
fatto di vibrazioni di tutti i grigi dei misteri da scoprire chiusi dentro uno scrigno
ombre di noi che
lunghe
ci camminano al fianco
i pendagli e le trine e le trasparenze dei nostri sontuosi copricapo di piume e foglie
solo per gioco
che con la brezza sfiorano i muri
e pare vogliano rappresentare spettacoli orientali solo per gioco
ombre sul muro alto
e ci domandiamo
solo per gioco
siamo noi che danziamo le nostre movenze o sono loro e noi solo copiamo
e chi ha cominciato?
e si fa un litigio con la nostra ombra
ma è solo per gioco
ombre che aprono le dita e si mangiano “am” il coniglietto dove le orecchie lunghe sono le due dita
e tutto il divorare si risolve presto in una gran risata
fossero ombre che per gioco vengono e vanno
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
