Paola Peruffo (FI): valutazioni sul progetto ‘Vesta’
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Da: Forza Italia
Profughi in famiglia: vedremo dove sta di casa la solidarietà
Stando alle cronache, a breve dovrebbe partire il progetto Vesta, volto a fare in modo che i richiedenti asilo siano ospitati presso le famiglie ferraresi che ne faranno richiesta, ricevendo in cambio un contributo per il sostentamento dei rifugiati. Parto da un presupposto: non sono contraria a priori a questo tipo di soluzione che nasce, è bene ricordarlo, dalla situazione di collasso in cui versano gli attuali centri di accoglienza oltre al contestuale esaurimento dei fondi nazionali per aprirne di nuovi. Ovviamente il progetto presenta sia lati positivi che altri su cui rimango dubbiosa. Credo che il primo vantaggio per i profughi in famiglia sia dato (teoricamente) da maggiori attenzioni alle persone e soprattutto da una più veloce ed efficace integrazione nel tessuto di quartiere, prima ancora che cittadino. Questo processo prevede che gli stranieri siano sicuramente più facilitati nell’apprendere la lingua, gli usi e i costumi della nostra città. Di contro c’è da auspicare che, considerato lo stato di crisi in cui versano tante famiglie ferraresi, l’adesione al progetto non nasca dalla bramosia di mettersi in tasca un contributo in denaro, più che dal desiderio di far qualcosa per il prossimo. In ogni caso spero che in questo Camelot (ovviamente sempre Camelot) che cura il progetto, sappia vigilare in modo scrupoloso sia per quanto riguarda i prerequisiti delle famiglie che si dichiarano pronte ad accogliere i profughi, che i soggetti ospitati. Non vanno dimenticati i dati riguardanti la percentuale – fortemente allarmante – di richiedenti asilo che commettono reati, secondo le statistiche di Questura e Prefettura. Chiudo con un interrogativo a cui verrà data risposta una volta che il progetto sarà avviato e se ne potrà trarre un bilancio: chissà se le centinaia di persone che hanno partecipato alla marcia per la solidarietà pro-rifugiati, trasformeranno la loro ostentata vicinanza ai profughi, aprendo la loro casa, ora che esiste la possibilità concreta di farlo?

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani