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Paola Peruffo, candidata alle regionali per Forza Italia, spiega le ragioni della sua candidatura

Articolo pubblicato il 21 Ottobre 2014, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Paola Peruffo, Candidata di Forza Italia alle elezioni regionali

Ho deciso di candidarmi alle regionali, per Forza Italia, ma voglio chiarire immediatamente una cosa: la mia non è una candidatura di servizio. Lo affermo a scanso di equivoci. Io non mi sono prestata per riempire vuoti, perché servivano nomi per compilare la lista. Su questo, sgombero immediatamente il campo dai dubbi. Io mi sono messa in gioco seriamente, così come ho fatto per le amministrative di maggio, riuscendo infatti ad entrare in consiglio comunale. Se la mia fosse una candidatura di servizio, allora non sarei credibile. Ma non sarebbe credibile neppure il mio partito, nel quali da anni milito con lealtà. E legittimerei un’idea ‘bassa’ di politica, la stessa che i cittadini – giustamente – rifuggono perché vi intravvedono logiche di scambio. Logiche dalle quali io sono lontanissima. Io ci sono per rappresentare me stessa, il mio partito e gli elettori. E come ci sono in consiglio comunale, ci sarò in quello regionale. Ancora, non ho accettato di candidarmi perché ‘serviva’ una donna. Ma perché come donna conosco i bisogni del mio universo di appartenenza, che so essere spesso sottovalutati, e che per questo farò miei, pur non intendendo portare avanti una politica ‘solo’ di genere’, che sarebbe addirittura dannosa. Ancora, non farò promesse che non potrò mantenere. La Regione ha competenze definite, su queste sarò sempre pronta e attenta. Il resto, sarebbero proclami. Posso però assicurare che non sarò mai ideologicamente ‘contro’. Perché la responsabilità, il senso civico cui tutti dovremmo fare appello, ci suggerisce che la società sta cambiando in fretta, che si affacciano nuovi bisogni e servono risposte.

Paola Peruffo,
Candidata Forza Italia, elezioni regionali

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani