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La questione, sollevata ieri da ferraraitalia, relativa al patrimonio ex Pci conservato da una rete di fondazioni private non ha solamente un significativo risvolto etico ma risulta nodale in questa fase della vita politica del nostro Paese. A segnalarne il rilievo è, nel suo editoriale di oggi sul Corriere della Sera, il noto politologo Angelo Panebianco, che scrive: “Sarà interessante soprattutto vedere come Renzi affronterà una questione per lui cruciale, quella dell’ ‘oro del Pci’ (il patrimonio immobiliare del vecchio partito). L’Italia è un curioso Paese nel quale può accadere che i beni di chi è stato dichiarato ufficialmente defunto non passino agli eredi, come ci si aspetterebbe, ma vengano invece messi ‘al sicuro’ in qualche Fondazione, in attesa di non si sa che cosa. Renzi ha due ottime ragioni per affrontare la questione. Se non ne viene a capo non potrà sconfiggere definitivamente il vecchio partito di apparato. E non potrà tenere fede all’impegno di abolizione (vera) del finanziamento pubblico ai partiti. Si ritroverebbe al verde o quasi. Le donazioni che affluirebbero dai suoi sostenitori probabilmente non gli basterebbero. E con pochi soldi è difficile fare politica”.

Su questo tema ferraraitalia intende sviluppare la propria riflessione e sollecita a intervenire, per arricchire il confronto, anche quanti abbiano argomentazioni da addurre o vogliano esporre il proprio punto di vista.
Al riguardo Gaetano Marani, autore del volume autobiografico “I miei 60 anni nel Pci”, prima tesoriere poi contabile del partito, da noi interpellato ricorda che “nel 2007 ero già fuori, ma pensavo che sarebbe stato opportuno fondere nel nuovo partito tutto quanto: debiti, crediti e patrimonio di Ds e Margherita. Invece si è deciso di congelare il patrimonio in attesa di vedere se l’unione funzionava. Questo è accaduto anche a causa di un atteggiamento ondivago dei dirigenti dei Ds, sempre incerti sulle decisioni da prendere”. E oggi come la vede quest’uomo che ha goduto nell’organizzazione e fra i militanti di incondizionata stima per le sue qualità morali? “Sono ancora della stessa opinione. La fase transitoria non si può trascinare all’infinito, altrimenti resta sempre un equivoco irrisolto. Se i due partiti si sono saldamente fusi tutto va ricondotto a unità e la restituzione del patrimonio è indispensabile per il suo consolidamento”.

2 – CONTINUA

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

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