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8 Gennaio 2015

Padri da poco

Tempo di lettura: 2 minuti


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Si parla spesso delle madri, soprattutto in queste ultime settimane in cui la cronaca è stata segnata da tragici infanticidi. Vorrei questa volta parlare dei padri, di come il loro ruolo si sia modificato in questi ultimi anni e di quanto sia fondamentale, soprattutto perché si possano evitare simili tragedie.
Il mio titolo ha un duplice significato. Da un lato, indica che è da poco che la figura del padre è cambiata. Si è passati da una figura di padre che non si occupava per nulla della prole e affidava il compito educativo e di crescita esclusivamente alla figura materna, a padri talmente coinvolti nella cura da non lasciare più spazio alle madri. Gli eccessi sono strutturali a questo periodo storico e si manifestano in ogni ambito.
Possiamo vedere oggi una nuova figura di padre. Padri preparati e attenti nell’accudimento del bambino, che sanno preparare pappe e provvedere alla pulizia e cura dello stesso. Padri che si dedicano ai figli, sanno che medicinali somministrare loro in caso di bisogno, si interessano delle tappe evolutive, giocano con loro, li seguono nei compiti. A volte troppo e in modo morboso. Talvolta, questa cura arriva all’eccesso tanto da passare al rischio opposto, cioè all’esclusione della figura materna e a fare coppia esclusivamente col bambino. In questo caso la relazione di coppia cessa di esistere e il padre vive esclusivamente per il bambino, soffocandolo esattamente come accade quando a fare coppia col bambino è la madre stessa. La madre esclusa totalmente dalla dinamica relazionale famigliare è costretta a spostare altrove il proprio desiderio e interesse.
Nelle relazioni famigliari è sano che si assista ad una triangolazione, quando ovviamente è possibile, cioè quando sono presenti entrambi i genitori. In ogni caso dinamiche relazionali fisse ed esclusive non sono mai indice di salute.
Il titolo “Padri da poco” può riferirsi anche alla situazione opposta: cosa accade quando la figura paterna è carente o manca del tutto? La funzione paterna è fondamentale affinché la madre non fagociti ciò che ha generato. Mi spiego meglio. Il desiderio materno ha di per sé la naturale predisposizione ad inghiottire ciò che essa stessa ha generato, cioè a riprendersi il proprio frutto.
La funzione paterna è quella funzione, incarnata dal padre reale o da un’altra figura, che si frappone tra il desiderio materno e il bambino, impedendone così la fagocitazione. Quando la funzione paterna è carente o manca del tutto, allora il soggetto porterà i segni di tale mancanza manifestando diversi disagi fino a vere e proprie patologie.

Chiara Baratelli, psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali.
baratellichiara@gmail.com

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Chiara Baratelli

È psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali.


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