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Orlando 500 anni dopo

Articolo pubblicato il 6 Aprile 2016, Scritto da Giorgia Mazzotti

Tempo di lettura: 2 minuti


“Orlando furioso” di Ludovico Ariosto compie 500 anni e la biblioteca Ariostea ferrarese tira fuori una serie di opere inaspettate, dedicate all’antico cavaliere che era pazzo d’amore per Angelica. La mostra si intitola “Orlando, le guerriere e il cavaliere inesistente” ed è composta di disegni, incisioni e fotografie di Bruno Vidoni, artista centese (1930-2001) riscoperto e valorizzato da un po’ di tempo con passione e cura da Roberto Roda, ricercatore, fotografo e responsabile del Centro etnografico del Comune di Ferrara.

Un omaggio particolarissimo al poeta che nel 1516 racconta in modo nuovo il mondo cortese e cavalleresco infilandoci dentro una sorta di ironia. Cosa può esserci, allora, di più in linea dell’opera del poliedrico e dissacrante Vidoni? L’artista che si caratterizza per le sue contaminazioni tra cinema, fumetto e pittura per l’occasione fa entrare nei panni metallici del cavaliere l’amico Giorgio Celli – etologo, artista e divulgatore televisivo – e lo affianca ad altre figure di principesse, guerriere e incantatrici. In mostra fino a lunedì prossimo proprio nella bella sala della biblioteca dove si trova la tomba del grande poeta di corte estense.

 “Orlando, le guerriere e il cavaliere inesistente” a cura di Roberto Roda insieme con Greta Gadda ed Emiliano Rinaldi in sala Ariosto della Biblioteca Ariostea, via Scienze 17, Ferrara. Fino a lunedì 11 aprile 2016, lunedì-venerdì ore 9-19 e sabato ore 9-13. Ingresso libero.

OGGI – IMMAGINARIO RICORRENZE

Locandina della mostra dedicata a Orlando nell'immaginario di Bruno Vidoni
Locandina della mostra dedicata a Orlando nell’immaginario di Bruno Vidoni

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani