Operazione contro il bracconaggio nelle valli del Mezzano. Condannati i due imputati
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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara
Il Tribunale di Ferrara ha condannato due persone per resistenza e un reato sulla caccia, la prima, e per violazione della normativa penale prevista sull’esercizio venatorio, la seconda.
Entrambi assenti al momento dell’udienza, perché hanno presentato dei certificati medici che il giudice non ha ritenuto validi, sono stati quindi condannati in contumacia.
Il Pubblico Ministero aveva chiesto nove mesi, 900 euro e il pagamento delle spese processuali, per il primo, e stessa ammenda, oltre all’analogo pagamento delle spese, per il secondo. Il giudice, però, ha aumentato la pena a dieci mesi a uno, in più mille euro e le spese per ciascuno.
Nel 2012 i due cacciatori di frodo si erano imbattuti nelle valli del Mezzano in una pattuglia della Polizia provinciale, beccandosi una denuncia all’autorità giudiziaria.
Durante un controllo notturno gli agenti dell’amministrazione del Castello Estense li avevano sorpresi, infatti, in un centro pubblico di produzione della fauna, zona in cui la caccia è sempre vietata, in possesso di un’arma a canna lunga, una torcia elettrica e una lepre nel baule dell’auto.
Scoperti, uno di loro aveva cercato di liberarsi della carabina gettandola in un fosso, mentre l’altro era fuggito velocemente a bordo dell’automobile.
Ne era seguito un inseguimento concitato, al termine del quale entrambi sono stati sottoposti a controlli, durante i quali gli uomini in divisa hanno rinvenuto munizioni, una lepre uccisa da poco, l’astuccio per contenere l’arma a canna lunga ed una carabina.
I due, uno residente ad Argenta e l’altro a Lugo, sono stati indagati in concorso fra loro, e segnalati all’autorità.
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