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Da: Coldiretti Emilia Romagna

E’ stata sventata una pericolosa deriva internazionale per mettere sul banco degli imputati molti prodotti dell’Emilia Romagna a causa del loro contenuto in sale, zucchero e grassi anche con l’apposizione di allarmi, avvertenze o immagini shock sulle confezioni per scoraggiarne i consumi. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna in riferimento alla versione definitiva e corretta del documento del Terzo Forum di alto livello delle Nazioni Uniti sulle malattie non trasmissibili in cui non si menzionano strumenti dissuasivi su prodotti alimentari e bevande.
In Emilia Romagna ad essere “salvati” da questo attacco – commenta Coldiretti regionale – sono prodotti che rappresentano il made in Italy nel mondo, come il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma, ma anche produzioni meno note, ma importanti come lo zucchero che nella nostra regione vede impegnata la maggiore industria saccarifera italiana, la Coprob, cooperativa produttori bieticoli di Minerbio (Bologna), che produce zucchero con il marchio “Italia Zuccheri” ottenuto grazie all’attività di 5.500 agricoltori che coltivano bietole su 33 mila ettari, tra Emilia Romagna e Veneto.
Si tratta di una battaglia sostenuta da Coldiretti per evitare di promuovere in tutto il mondo sistemi di informazione visiva come quello adottato in Cile dove si è già iniziato a marchiare con il bollino nero, sconsigliandone di fatto l’acquisto, prodotti del made in Italy, dal Parmigiano al prosciutto, fino agli gnocchi. O come il caso dell’etichetta a semaforo adottata in Gran Bretagna che – precisa Coldiretti regionale – finisce per escludere nella dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.
“Non si può banalizzare con etichette visive e fuorvianti il bisogno di informazioni sui contenuti nutrizionali di un alimento – commenta il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Marco Allaria Olivieri – occorrono invece informazioni complete, dettagliate e chiare, senza condizionare in modo ingannevole la scelta del consumatore.
Un corretto regime alimentare – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – si fonda sull’equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati e non va ricercato sullo specifico prodotto. Se invece si demonizzano i singoli prodotti, colpendo eccellenze storiche della dieta mediterranea e dei prodotti a denominazione d’origine, non viene messo in discussione solo un costume alimentare, ma anche un sistema produttivo di qualità che in Emilia Romagna genera un volume d’affari di 14,8 miliardi di euro con 70 mila occupati.

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