Ok del Parlamento al ‘salva made in Italy”, ora l’etichettatura d’origine
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da: ufficio stampa Coldiretti
Apprezzamento di Coldiretti per la mozione unitaria della Camera sull’etichettatura dei prodotti alimentari. “Ora il ministro De Girolamo ha l’occasione di dare una svolta alle norme in materia di protezione del vero made in Italy” evidenzia il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli.
Il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo ha l’occasione di dare una svolta epocale alla legislatura con l’emanazione dei decreti sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti sostenuta dalla mozione unitaria approvata all’unanimita’ dall’Aula della Camera sull’etichettatura dei prodotti alimentari. E’ quanto afferma il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’esprimere apprezzamento per il via libera della Camera alla mozione ”salva Made in Italy a tavola” proposta dagli onorevoli Mongiello, Sani, Rondini, Gallinella, Franco Bordo, Zaccagnini, Faenzi, Bosco, Catania e Schullian, dopo la manifestazione di diecimila agricoltori ed allevatori della Coldiretti al Brennero.
Solo nell’ultimo anno – sottolinea la Coldiretti – sono scomparse 32.500 stalle ed aziende agricole e persi 36mila occupati anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come Made in Italy. Contiene infatti materie prime straniere circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. Gli inganni del finto Made in Italy sugliscaffali riguardano – precisa la Coldiretti – due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
“Pensando al futuro dei nostri soci, delle imprese agricole in cui lavorano le nostrefamiglie, ed alle tante difficoltà che storicamente l’agricoltura attraversa – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – abbiamo il dovere di operare nella trasparenza e pretendere che tutti soggetti dell’agroalimentare lo siano e lavorino per dare valore e reddito al Paese. Dobbiamo portare in questi momenti sul mercato questo valore aggiunto e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, come leva di opportunità e di distintività verso i consumatori, affrancandoci dalla concorrenza basata unicamente sul fattore prezzo. Che molto spesso, quando è troppo basso nasconde anche sfruttamento e rischi per la salute e l’ambiente”. Un indirizzo che si sta affermando anche in Europa dove l’Europarlamento in sessione plenaria a Strasburgo, ha adottato la Risoluzione non legislativa sulla crisi alimentare, le frodi nella catena alimentare e il loro controllo, che sostiene, tra l’altro, l’indicazione del paese di origine sull’etichetta per contribuire a garantire una migliore tracciabilità lungo la catena alimentare e combattere le frodi.
“Non c’è più – conclude Gulinelli – l’alibi della contrarietà della Unione Europea su questi temi. L’Italia non abbia quindi timore nel completare il suo cammino sostenendo il percorso della più completa trasparenza e delle maggiori informazioni in etichetta, che non fanno altro che rendere più attrattive le nostre produzioni di qualità, le uniche in grado di costituire una opportunità di reddito per le imprese agricole di qualunque dimensione, supportate da un diverso disegno delle filiere e da una maggiore efficienza delle strutture di servizio”.
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