Che cos’hanno in comune un geometra, un maestro elementare, un dirigente d’azienda, un pedagogista e un dipendente pubblico da pochi giorni in quiescenza? In anni diversi, tutti hanno svolto il servizio civile a seguito della scelta di obiezione al servizio militare. Una scelta e un’esperienza che li ha fatti crescere umanamente e professionalmente, e che sentono più che mai attuale.
Alcuni giorni fa si sono ritrovati ripercorrendo le ragioni della loro obiezione, e hanno ritenuto che meritassero di essere confermate anche nelle presenti circostanze. Riproporne il senso acquista un significato ulteriore dal momento che la leva obbligatoria è sospesa ma non cancellata. La questione anche in Italia potrebbe dunque tornare di attualità.
I protagonisti – Michele Balboni, Giordano Barioni, Andrea Casari, Patrizio Fergnani e Mauro Presini – credono che anche altri servizio civilisti avranno piacere di unirsi all’iniziativa per testimoniare l’opposizione alla guerra, il maggior crimine contro l’umanità secondo la definizione di War Resisters’ International.
Inoltre mettono a disposizione la loro esperienza, della quale sentono l’attualità, nei confronti di giovani che vogliano confrontarsi sull’impegno per la pace presso enti di servizio civile, scuole, gruppi e associazioni.
Singoli o gruppi che vogliano mettersi in contatto con loro possono farlo scrivendo all’email noalleguerre.fe@gmail.com
Mi complimento con i 5 moschettieri senza moschetto per questa bella iniziativa. Anch’io ho svolto il servizio civile, obiettando al servizio militare. Oggi, come e più di ieri, contrario ad ogni guerra, refrattario a tutte le armi, fedele alla nostra Costituzione, convinto disertore di qualsiasi esercito.
Francesco (Checco) Monini
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Redazione di Periscopio
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