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Nei prossimi giorni avrà luogo il primo incontro pubblico di “Stop alla Orte-Mestre” che porta finalmente all’attenzione della opinione pubblica il grave rischio che la realizzazione di questo progetto rappresenta per l’ecosistema della Provincia di Ferrara e sul quale questo giornale si è già soffermato con autorevoli interventi ma è giusto ricordare sommariamente come vi siano altri progetti, contenuti nel Piano regionale della Emilia Romagna, che devono alimentare le nostre preoccupazioni.

Ferrara sarà interessata dalla realizzazione del tratto finale dell’asse Cispadano che, come è noto, sarà trasformato in Autostrada e trascinerà con se lo spostamento del Casello Sud della A 13 in modo da raccordare i due assi. Appare di tutta evidenza che queste scelte avranno come conseguenza quella di trasferire sulla rete minore tutto il traffico locale dei paesi che oggi utilizzano la Cispadana per i propri spostamenti di breve tratta. E’ facilmente immaginabile che il sovraccarico di questa mobilità minore darà il via ad una serie di richieste di nuove infrastrutture su scala locale:passanti,circonvallazioni, anelli e complanari etc. potrebbero nascere come funghi con conseguente uso sconsiderato del territorio.

Anche la trasformazione della super strada Ferrara-Mare in autostrada fino al nuovo casello di Ferrara SUD (A 13 Cispadana) avrà questo corollario di conseguenze sulle comunità che oggi utilizzano la strada di scorrimento veloce per gli spostamenti verso il Capoluogo,verso il mare e verso gli altri centri e che, un domani, potranno solo usare le strade provinciali. Nessuno può immaginare che verranno realizzati caselli di accesso per ognuno degli attuali ingressi e quindi ne verrà precluso l’utilizzo ai cittadini di Gualdo, Masi, Rovereto, Migliarino fino a Porto Garibaldi; quindi ricadrà sulla rete minore tutto il traffico, compreso quello di accesso al nuovo Polo Ospedaliero di Cona.
Singolare effetto per un Ospedale con Pronto Soccorso e terapie di Urgenza che si raggiunge per autostrada o attraversando paesi e quartieri cittadini;ecco allora che dal cilindro magico esce la “Complanare” che, correndo parallela alla Ferrara-Mare collegherà l’Ospedale alla città. Ci si rende ben conto che con questa logica programmatoria il costo economico e quello ambientale vengono ritenuti assolutamente secondari.
Per queste ragioni, che ho brevemente ricordato, ritengo che l’iniziativa “stop alla Orte- Mestre” sia di grande rilievo e che vada condivisa in modo trasversale; occasione preziosa per dar vita ad una mobilitazione civile contro questa politica di dissipazione.

Stefano Cavallini

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