Vittime dell’acqua: un miliardo senza la potabile, cinque milioni i morti
L’acqua è un problema di tutti ed è una risorsa delicata e strategica per il nostro futuro. E’ proprio di quest’ultimo periodo infatti il frequente richiamo istituzionale e dell’opinione pubblica sull’emergenza idrica. Sono più di un miliardo le persone nel mondo che non hanno acqua potabile e dunque grave è la mancanza di condizioni igieniche di base. Le malattie determinate dall’acqua sono cresciute in questi ultimi tempi e si calcola che abbia causato oltre 5 milioni di vittime. La crisi idrica mondiale già oggi rappresenta una delle minacce maggiori e una della principali cause di conflitto. Purtroppo fa spesso notizia l’accesso idrico come fonte di controversie internazionali (che a volte sfociano addirittura in guerre; ad es: conflitto tra Giordania, Siria, Palestina ed Israele; tensioni tra Egitto e Sudan; le dighe in Turchia sul Tigri e sull’Eufrate che ridurranno notevolmente l’afflusso di acqua di tali fiumi in Iraq e in Siria; purtroppo tanti altri casi, spesso non dichiarati, ma pesantemente perseguiti).
Le minacce per l’ambiente e le dichiarazioni di difficoltà si susseguono in molti forum e si è impegnati a dimezzare il numero di persone che non hanno acqua potabile e soprattutto di accelerare i piani di efficienza idrica in tutti i Paesi. Talvolta consideriamo lontane da noi queste problematiche e ne prendiamo coscienza solo quando ci toccano da vicino; questo succede sempre più spesso.
Al centro dell’attenzione vanno tutti i corsi d’acqua; gli ecosistemi di acqua dolce forniscono infatti servizi fondamentali alla biodiversità, al ciclo idrogeologico e alla capacità di autodepurazione. Bisogna allora fare delle valutazioni globali sulla crisi idrica e sulla sostenibilità della risorse naturali, analizzando anche l’impatto dei cambiamenti climatici sul ciclo idrogeologico.
In verità in Italia l’allarme è ormai esteso ad un terzo dei Comuni italiani a forte rischio idrogeologico; molte riserve idriche, soprattutto al centro-sud sono a secco e si stimano danni all’agricoltura per alcuni miliardi di euro.
La necessità di avviare iniziative per ridurre i prelievi di acqua e di incentivarne il riutilizzo è ormai improcrastinabile; diventa dunque obiettivo fondamentale limitare il prelievo di acque superficiali e sotterranee, la riduzione dell’impatto degli scarichi sui corpi idrici ricettori, il risparmio attraverso l’utilizzo multiplo delle acque reflue.
L’Italia è tra i maggiori utilizzatori di risorse idriche e dunque bisogna in particolare proprio incentivare il risparmio della risorsa acqua in settori, come quello agricolo che oggi ne assorbe circa il 60% (mentre l’attuale fabbisogno irriguo del comparto agricolo potrebbe essere coperto potenzialmente da acque reflue recuperate).