Nota di Ilaria Baraldi e Caterina Palmonari per la mozione di Fratelli d’Italia
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Da: PD Ferrara
Vogliamo come donne del PD esprimere contrarietà e preoccupazione per i contenuti della mozione di Fratelli d’Italia, dal titolo fuorviante” iniziative per il sostegno alla maternità e alla prevenzione delle condizioni che portano all’aborto”.
Forviante perché nasconde, dietro a parole come “sostegno alla maternità” e “prevenzione” l’intento di ostacolare l’applicazione della legge 194/1978.
Si spererebbe di trovare all’interno di questa mozione proposte per il sostegno alle famiglie, per un ulteriore rinforzo dei servizi (che in questa città certamente non mancano, la cui implementazione è comunque auspicabile), per la prevenzione intesa come intensificazione dell’educazione all’affettività nelle scuole e di una maggior diffusione dei contraccettivi in tutti i luoghi pubblici, per il contrasto alla violenza domestica contro le donne e le bambine.
Ma al titolo non segue nulla di tutto ciò. Anzi.
Si dice che ancora oggi in Italia il numero di aborti clandestini è troppo alto, citando la risposta dell’allora Ministra Lorenzin, ma si nasconde la parte in cui si evidenzia che dal 1983 ad oggi gli aborti in Italia sono dimezzati: a livello nazionale, il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è di 1.6 aborti a settimana su 44 settimane lavorative, numero dimezzato rispetto alla media nazionale del 1983.
E’ vero, esistono ancora aborti clandestini ma è altrettanto vero che da Nord a Sud l’80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri, si appella all’obiezione di coscienza, producendo un effetto di sostanziale disapplicazione di quanto previsto dalla legge n.194 del 1978, costringendo di fatto alcune donne, specialmente quelle con minori reti famigliari e amicali sul territorio, a recarsi in strutture clandestine mettendo a grave rischio la loro salute e la loro vita. Su questo bisognerebbe lavorare, su questo Ferrara si dovrebbe davvero impegnare perché in questa città i ginecologi obiettori sono in numero maggiore della media nazionale, sono il 90%. Anche perché questo ingenera un circolo vizioso in cui chi non è obiettore rischia di fare prevalentemente aborti nel proprio percorso professionale, cosa che disincentiva a dichiararsi tali.
Ovviamente questi dati non vengono menzionati nella mozione.
Non finiscono qui purtroppo i chiaroscuri della mozione di FdI, che prosegue chiedendo al Sindaco di “inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni e progetti attivi sul territorio comunale che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili” dopo aver citato in premessa che la Legge prevede che “i consultori … possono avvalersi … della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato”.
Le risorse pubbliche vanno invece indirizzate a potenziare le risorse professionali e le progettualita’ dei consultori famigliari.
Se qualcuno pensa che una donna che abortisce lo faccia a cuor leggero, che a qualcuna piaccia andare in sala operatoria e nei macelli clandestini e usi questi come metodi contraccettivi, non solo non è una donna, ma non è nemmeno umano.
Aiutiamo le donne a esser indipendenti economicamente, con lavori stabili, supportate nella condivisione delle responsabilità famigliari e genitoriali in modo equo, sostenute da servizi educativi capaci di aggiornarsi al cambiamento dei tempi di vita e di lavoro, edotte sui metodi contraccetivi a loro disposizione, protette dalla violenza fisica, economica e psicologica di uomini che scambiano le donne come loro proprietà e vedrete che gli aborti si ridurranno in modo assai più significativo.
Se ne faccia una ragione FdI e se ne facciano una ragione i partiti che oggi sono al Governo: noi ci impegneremo sempre per garantire alle ragazze che vivono in questo Paese di crescere come donne libere, forti e consapevoli.
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