Da: Articolo 1 – MDP di Ferrara
A chi ha avuto la sventura di trovarsi in Piazza Duomo la scorsa notte, intorno all’una, sarà sembrato di assistere alla proiezione di un film dell’orrore. Un classico B-movie o, per dirla con maggiore coerenza, un film “di bassa Lega”.
Travestimenti per la lunga notte del dolcetto o scherzetto? Magari, ma la realtà, come spesso accade supera la fantasia, peggiorandola se possibile. Superato lo stupore iniziale infatti il noto personaggio ferrarese, è apparso in tutta la sua tragica veridicità, a ricordare agli spettatori che non è un incubo da cui destarsi a dispiegarsi, ma un presente drammatico ed un futuro che potrebbe esserlo ancor di più, se tutte le anime democratiche e progressiste della città non reagiranno unite e risolute. Un gesto triste, squallido sì, certo non meno che allarmante. Non solo poiché denota disprezzo per le regole del comune vivere civile, ma anche una violenza inedita nei confronti di chi non condivide il medesimo pensiero.
“Stiamo facendo le prove […] perché vinceremo il comune e stiamo provando la bandiera”, così ha tuonato il segretario comunale leghista, ammettendo così l’unico movente della sua organizzazione: occupare le Istituzioni per arrivismo e cieca volontà di potenza. Che si sappia i promotori di queste iniziative non hanno programmi o soluzioni, a muoverli è solo arroganza violenta e inconcludente. Chiunque speri di ricevere risposte ai problemi sanitari, lavorativi, assistenziali, economici, mal ripone in costoro le proprie speranze. Prove generali sì dunque, non di una seria attività di governo, ma di un tragicomico declino, che va arrestato. A tal proposito, ricordiamo a Lodi e ai suoi, che ancora in questo paese a decidere delle amministrazioni sono gli elettori. Ieri sera questi ultimi non sono nemmeno stati citati, quasi che la Lega non avesse bisogno della loro legittimazione. Ci auguriamo che tanti cittadini provino la nostra stessa indignazione e vogliano ricordare a chi insulta ogni simbolo democratico, che Ferrara non è proprietà di un manipolo di prepotenti, che con un atto di forza hanno issato una bandiera che di universale e liberatorio non ha alcunché.
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