Non accettato l’invito al confronto pubblico. Di che cosa ha paura Toselli?
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da: Stefania Agarossi, Candidata Sindaco per Sant’Agostino, Lista Civica Valore e Rispetto
Questa la domanda che mi faccio da cittadina, prima ancora che da candidata sindaco. Venerdi 9 maggio, di fronte a una platea gremita, ho chiesto a Fabrizio Toselli un confronto pubblico tra i tre candidati sindaci per Sant’Agostino. Qualsiasi data, libero di scegliere lui dove e quando. Obiettivo garantire il diritto e l’opportunità ai cittadini di valutare e scegliere meglio il prossimo sindaco, come sta già accadendo in altri comuni.
Toselli si è preso 48 ore per rispondermi. Ormai è passata una settimana. E nessuna risposta.
E mi chiedo: perché Toselli non vuole un confronto? Di che cosa ha paura? Forse di dover ammettere altre verità scomode in campagna elettorale di cui preferirebbe non dover parlare? Venerdi scorso ha dovuto ammettere che le tasse comunali aumenteranno, che la costruzione del nuovo asilo nido non è al momento una priorità, che il sogno del polo-ombelico sanitario a Sant’Agostino non sarà pubblico, sarà metà pubblico e metà privato.
Il mio intervento è stato considerato come un atto di lesa maestà. In realtà, gli unici a essere veramente lesi sono i cittadini. I miei concittadini, a cui viene negata completezza d’informazione, trasparenza, equità. Anche per questo mi candido. Perché così non può e non deve andare più avanti. Si deve cambiare.
Al di là di aperitivi e paste o prossimi patinati programmi messi in buchetta contenenti tante belle promesse, sta di fatto che siamo senza bilancio di Previsione 2014, già presentato invece a Poggio Renatico, Mirabello, Ferrara, tutti comuni anche loro alla scadenza elettorale e terremotati come noi. E sta di fatto che proprio per questo motivo è rallentata di molto l’attività amministrativa e gli uffici non riescono a procedere speditamente come si dovrebbe, soprattutto ora con la Ricostruzione in atto. Perché ci siamo meritati questa maglia nera?
Come terremotata, mi chiedo perché, dichiarata la grande attenzione per la ricostruzione a San Carlo, sono stati fatti 4 incontri pubblici a Sant’Agostino, uno solo a Dosso e nemmeno uno a San Carlo.
Dov’è poi la lista che mostra nei dettagli come e dove siano stati esattamente spesi il milione e 235mila euro che gli italiani hanno donato per noi terremotati? Quale il vero motivo per il quale ci siamo persi la donazione dei 50.000 euro per la messa in sicurezza della Curva Matteuzzi a San Carlo? Perché nella relazione di fine mandato di Toselli, si parla di un debito ancora non pagato di oltre 70.000 euro per il noleggio di quel tendone bianco quasi inutilizzato che staziona davanti al campo sportivo di San Carlo da oltre un anno e mezzo. Tendone ubicato su un terreno non di proprietà del comune.
Come mamma vorrei poi sapere perché nel programma di Toselli non si parla più del progetto – se non come recondita ipotesi da valutare in futuro – della costruzione del nuovo Asilo Nido, progetto dato mesi fa per imminente e per il quale abbiamo ricevuto in donazione 120.000 euro dai Comuni Piemontesi. Forse perché lo ritiene meno importante del giusto obiettivo del rifacimento delle scuole primarie di Dosso? E si che i due stabili sono nelle stesse condizioni. Forse che i bambini più piccoli hanno meno bisogno dei più grandi?
E ancora: perché i giochi da parco donati generosamente a San Carlo dai Colombarini nel 2012, sono rimasti chiusi nel magazzino comunale per 18 mesi e ricompaiono solo ora magicamente alla scadenza elettorale a Dosso e nulla a San Carlo? Perché data l’accettazione della donazione a marzo 2013 con tanto di delibera, i lavori al parco Chico Mendes non sono ancora iniziati? Perché i bambini di San Carlo sembrano non avere gli stessi diritti degli altri?
Queste solo alcune delle molte domande che mi sarebbe piaciuto fare a Toselli, ma pare che come candidata sindaco abbia perso il diritto di farle come cittadina. Per questo motivo le consegno alla stampa, con la speranza che altri le facciano al posto mio, a Toselli o alla sua squadra. Perché in democrazia non può essere negato il diritto di fare e ottenere risposte da un sindaco.
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