da: organizzatori
Questi raccontano della Carife, banca del territorio, banca in cui 32.000 famiglie ferraresi avevano investito la propria fiducia e il proprio denaro che sfruttando la legislazione accomodante del Governo, da un giorno all’altro, espropria i nostri risparmi, frutto di una vita di lavoro e sacrifici.
La continuazione della storia è ancora più tragica rispetto al prologo: uno dei tanti soggetti colpiti, Giosué Arnone, un signore di 83 anni, in grave situazione finanziaria, non potendo più contare su quelle risorse espropriate da un giorno all’altro, si è visto rifiutare un prestito, esiguo rispetto al furto subito, per far fronte a quelle spese impellenti e necessarie che ogni mese si fanno avanti.
Il signore non è un “soggetto finanziabile” per bocca di Nuova Carife, perché non riuscirebbe a fornire le garanzie adeguate. Oltre al danno la beffa dunque, ad opera della stessa mano.
La Nuova Carife è tale solo nel nome: le pratiche restano uguali a quelle della sua antecedente, ovvero colpire il soggetto più debole per favorire quello più forte. Come si spiegherebbe, altrimenti, il rifiuto di un prestito di poche migliaia di euro mentre, allo stesso momento, quelli garantiti a grandi gruppi finanziari superano i milioni di euro?
Una cosa però non avevano considerato: noi non ci stiamo nella parte del soggetto debole, non accettiamo passivamente le loro ripetute angherie.
Senza le nostre iniziative, senza la nostra presa di parola pubblica, senza le pressioni dal basso dei “No Salva-Banche” non saremmo riusciti infatti ad ottenere il prestito che Giosuè Arnone richiedeva da tempo, all’agenzia 1 di Nuova Carife, a Ferrara.
Questo deve essere chiaro a tutti: non è con le chiacchierate con i ministri e i sottosegretari che si ottengono i risultati. Solo la lotta e la determinazione ci consentono di raggiungerli.
Se non ci credete, ascoltate attentamente le parole di Enrico Campagnoli, direttore della sopra menzionata agenzia 1, registrate dalla telecamera nascosta de “La gabbia” trasmissione di La7: i presidi, l’attenzione dei media, lo svelamento delle verità ad opera della nostra mobilitazione fa paura ai responsabili dell’esproprio che abbiamo subito.
È noto però che il lupo perde il pelo ma non il vizio. E quindi ci tocca ancora una volta smentire categoricamente quanto vanno sostenendo pubblicamente questi piccoli funzionari di sistema. Ci riferiamo nello specifico alle dichiarazioni che Giovanni Capitanio – Ad di Nuova Carife – in occasione di un incontro organizzato dall’Osservatorio permanente giovani editori, ha pubblicamente rilasciato.
Lo diciamo con estrema chiarezza: Giosuè Arnone non ha mai ricevuto alcuna lettera da parte di Nuova Carife. Lettera che – stando alle parole di Capitanio – avrebbe dovuto informarlo di essere stato inserito in un programma di credito agevolato rivolto agli espropriati dal decreto salva-banche in difficoltà economica.
Capitanio tenta, troppo tardi e maldestramente, di mettere una pezza che come spesso accade è peggio del buco, cercando di far passare Giosuè Arnone per un povero idiota, troppo anziano e distratto per prendersi cura di sé.
La realtà è invece un’altra. E infatti durante l’incontro con Enrico Campagnoli – durato circa 45 minuti e di cui “La Gabbia” ha mandato in onda solo una brevissima ma significativa registrazione – il suddetto direttore dell’agenzia 1 non ha mai menzionato l’esistenza di questo programma di credito agevolato. Al contrario ha sprecato fiato ed energie per sostenere la non finanziabilità di Giosué Arnone, rimandando la decisione sulla concessione del prestito ai piani più alti della sua banca. Delle due l’una: o Campagnoli non sa fare il suo mestiere e in tal caso andrebbe sollevato dal suo incarico, oppure Capitanio mente spudorotamente.
Ne approfittiamo per sottolineare alcuni aspetti paradossali di questa vicenda. La linea di credito agevolato di cui parla Capitanio è una vera e propria forma di strozzinaggio. A Giosuè Arnone – ma immaginiamo che non sia l’unico – è stato concesso un prestito di 2500 euro all’8,3%!!
Fino a poco tempo fa i risparmiatori come Giosué che percepivano un tasso di poco superiore al 3% lordo sui loro risparmi venivano considerati da governo e stampa degli speculatori. Ci domandiamo allora: come deve essere considerata una banca che presta 2500 euro ad un anziano in difficoltà economica, espropriato di tutti i suoi risparmi, ad un tasso dell’8,5%?
La narrazione qui cambia di segno: chi è adesso lo speculatore? Giosué che aveva investito nelle azioni della sua banca di fiducia, con rendimenti molto contenuti, oppure la banca stessa che s’arricchisce sulle nostre difficoltà?
E hanno pure la presunzione di dire che come banca sono attenti alle necessità del territorio. Siamo ben oltre i limiti della decenza!
Difronte a tutta questa tracotanza, all’arroganza di questa casta di funzionari in giacca e cravatta noi non ci arrendiamo: non accettiamo i prestiti con tali condizioni, né per Giosué né per tutti gli altri. Rilanciamo in avanti, richiedendo un netto taglio di tale interesse.
Ci mobiliteremo fino a quando tutto non ritornerà alla situazione di normalità, fino a che l’ultimo centesimo che ci è stato tolto non ritornerà nelle nostre tasche.
La prossima assemblea si terrà martedì 31 maggio alle ore 21 presso “Sala della musica” Via Boccaleone,19 Ferrara
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