Esco di casa per fare una passeggiata a ridosso del Natale e me ne pento all’istante: la sensazione è quella di essere in un formicaio, solo che queste formiche invece di raccogliere cibo per la sopravvivenza, cercano spasmodicamente regali di ogni tipo per ogni tipo di persona, dal più intimo parente al più lontano degli sconosciuti. Dal negozio ai siti internet, dal gioiello alle pantofole, l’obiettivo è non lasciare nessuno a mani vuote. Cui si aggiunge lo sforzo sovrumano per ricordarsi anche tutti i regali degli anni precedenti.
In ufficio nei pochi momenti di pausa regna la frenesia del regalo, e il motto più diffuso per non soccombere sotto il peso di tutto questo stress è “dai che tra una settimana è tutto finito”.
Ma il Natale non era il momento dell’anno dedicato alla famiglia, agli amici, al riposo, ai momenti di gioia e di condivisione? Non dovrebbe essere molto più semplicemente un’esperienza di fede per chi crede, l’occasione per risentire una persona cara, per dedicare del tempo agli altri o lasciare anche solo che l’atmosfera ci faccia tornare un po’ bambini?
Credo che l’unico modo per non permettere a nessuno di svilire questa festa sia impegnarsi per mantenerla una parentesi impermeabile alla frenesia quotidiana, cercando ciascuno, a modo proprio, di attribuirvi un valore, non imposto dal mondo esterno, ma unico e personale.
E allora io oggi non vi auguro solo buon Natale, ma di trovare il senso del vostro Natale.
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Federica Mammina
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