Nasce Periscope, il mondo in diretta streaming dal cellulare
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Il suo ingresso nell’ampia scena dominata dal web e dai social network non è passato inosservato, poiché ormai tutto quello che sfonda in rete è destinato ad entrare prepotentemente nella nostra quotidianità: è quello che sta accadendo nelle ultime settimane con la nascita di Periscope, applicazione per smartphone creata da Joe Bernstein e Kayvon Beykpour e completamente interfacciata con la già ben nota Twitter.
Periscope sulla carta è “l’acqua calda”, niente di apparentemente rivoluzionario o mai visto prima dal punto di vista tecnico, poiché si avvale di una piattaforma sulla quale un utente può inserire un video che tutti gli altri utenti iscritti possono visualizzare. Nulla di sconvolgente, in un’epoca nella quale Skype e YouTube oramai sono conosciuti anche da chi un computer non lo ha mai preso in mano.
Quello che però rende Periscope una vera e propria novità, forse destinata a padroneggiare il mercato di internet, come i pilastri appena citati, è la diretta simultanea, la possibilità ovvero di registrare con il proprio telefono qualsiasi cosa si desideri in qualsiasi momento della giornata e trasmetterlo in diretta streaming al mondo. Parallelamente, gli utenti possono visualizzare cosa sta trasmettendo in quel preciso istante chi si è scelto di seguire, ed interagire tramite il più classico servizio di messaggistica istantanea. Tutto molto più facile a farsi che a dirsi.
Ecco che paiono chiare le sue enormi potenzialità, applicabili in svariati settori: tutti oggi possiamo crearci la nostra personalissima televisione ed il nostro broadcast, dove il broadcast siamo noi stessi. Grazie alla già citata integrazione con Twitter, inoltre, il nostro profilo Periscope saprà chi già seguiamo in rete e cosa più ci interessa, facilitando così la ricerca delle dirette o addirittura permettendoci di venire avvisati con una notifica quando un nostro “follower” crea una diretta. E per non far mancare nulla, i video distribuiti in diretta possono anche essere registrati e resi disponibili per la visione in un secondo momento nelle 24 ore successive alla loro creazione.
Proprio su quest’ultimo punto sta la differenza con Meerkat, un’applicazione uscita un paio di mesi fa e molto simile a Periscope che, nonostante godesse di numerosi consensi, limitava la visione degli utenti alla mera diretta facendo scomparire il contenuto alla conclusione della stessa. Importante diviene infatti sottolineare che già da tempo esistono piattaforme in grado di offrire servizi analoghi a quelli che offre Periscope, su tutti Younow, Livestream e Ustream.
Le caratteristiche che rendono Periscope davvero un prodotto nuovo, e soprattutto pronto ad una rapida espansione, sono l’immediatezza e la freschezza: creare una diretta è tanto semplice quanto pubblicare un tweet o un post, come semplice è accedere ai numerosissimi contenuti e cercarne di diversi ogni secondo che passa. Possiamo passare così dalla visione di una conferenza stampa ad una persona che passeggia per le vie di una città, dal backstage di una trasmissione televisiva alla recita dello spettacolo di fine anno delle elementari. In Italia, personalità note al grande pubblico come Fiorello e Jovanotti hanno cominciato ad utilizzare Periscope già dal giorno della sua uscita (il 26 marzo scorso), quest’ultimo, attivissimo, più volte al giorno dialoga con il suo pubblico e mostra il dietro le quinte delle prove dall’interno degli studi di registrazione. Già attive sono inoltre tutte le principali testate giornalistiche e i giornalisti stessi, svariate case editrici, partiti politici, musei e trasmissioni televisive. Su Periscope sono state create dirette all’esterno del Tribunale di Milano durante le tragiche vicende del 9 aprile scorso, mentre a Ferrara risulta particolarmente attivo il Palazzo dei Diamanti, che in vista della prossima apertura della mostra “La rosa di fuoco” ha mostrato l’arrivo delle opere e tiene aggiornati gli interessati sulle ultime news.
Provando personalmente l’applicazione, tra i live non creati dagli utenti che già seguo, mi sono imbattuto in una ragazza che si spostava in lungo e in largo per Parigi, chiedendo ai suoi utenti che cosa volessero andare a visitare della capitale francese, e lei prontamente si spostava verso il luogo prescelto, a piedi o se necessario con i mezzi pubblici. Un’altra ragazza si riprendeva durante lo svolgimento dei suoi compiti scolastici, chiedendo informazioni e consigli agli utenti, mentre altre persone ancora cantavano canzoni su richiesta. Il tutto quasi sempre seguito già dall’inizio della diretta da non meno di un centinaio di utenti, che nel caso di live di personalità famose ovviamente aumentano in modo esponenziale. Numeri incredibili se si pensa che Periscope per adesso è disponibile solo per dispositivi Apple (a breve lo sbarco su Android).
Tutto insomma può essere ripreso e distribuito su Periscope, senza (per ora) alcun tipo di limitazione; uno dei pochi punti a sfavore probabilmente è la qualità del video, molto bassa e tutt’altro che professionale per ovvi motivi di fruizione e caricamento in rete.
Come è accaduto (e come continua ad accadere) per ogni nuovo prodotto di diffusione di massa sul web, l’iniziale entusiasmo per la novità si scontra presto con le preoccupazioni e i problemi che questa incontrollabile diffusione potrebbe provocare. Lo stesso Twitter in queste settimane sta cercando di rivedere i propri regolamenti, in modo tale da controllare maggiormente la pubblicazione dei contenuti e tutelare il più possibile i suoi utenti e la piattaforma stessa.
Periscope potrebbe divenire uno scomodo concorrente dei media tradizionali, basti pensare alla possibilità di riprendere un concerto, un film al cinema, una partita di calcio, ma anche un incredibile mezzo di diffusione libera e incontrollata di violenza, pornografia, illegalità, anonimato. Senza contare l’effetto “grande fratello”, sempre di grande attualità. Problemi già noti sul versante social network, settore nel quale anche Periscope si sta ritagliando il proprio spazio e che da anni divide la società in favorevoli e contrari, in chi ci vede il male del giorno d’oggi e in chi invece vede queste nuove tecnologie come una enorme possibilità per il futuro.
Ma al di là dei comprensibili dubbi circa la diffusione di Periscope, credo sia interessante analizzare questo nuovo prodotto tecnologico come un’opportunità, soprattutto per quanto riguarda un mondo, quello dell’informazione, in costante evoluzione e mutamento. L’informazione oggi non può prescindere dal web, piaccia o no, e servizi come Periscope, se utilizzati in maniera corretta, non possono che portare vantaggi e migliorie. Periscope incarna tutto ciò che l’utente medio del web di oggi richiede nella sua ricerca di informazioni: immediatezza, semplicità e soprattutto condivisione. Il mondo in costante diretta, quando e dove lo vogliamo, una nuova frontiera nel modo di fare giornalismo. La notizia, grazie a Periscope, può essere oggi diffusa con un tempismo, un realismo ed una diffusione (con tanto di interazione) spaventosi, e la stessa notizia può successivamente essere approfondita e condivisa in un modo inedito ed innovativo rispetto ai meccanismi classici della rete o i mass media tradizionali.
In un certo qual modo potrebbe giovarne anche la veridicità e la trasparenza delle fonti, grazie ad un contatto visivo diretto e riconoscibile (gli stessi profili ufficiali degli utenti popolari di Twitter vengono segnalati con una spunta azzurra) con chi sta dall’altra parte dello schermo e dell’ambiente che lo circonda mentre diffonde il proprio messaggio.
Certo è ancora molto presto per parlare di rivoluzione, il prodotto è ancora neonato e in fase di assoluta sperimentazione, sia tecnica che pratica. Appare chiaro tuttavia che Periscope, così come viene già teorizzato in questa sua fase quasi embrionale, è destinato a continuare a far parlare di sé e modificare molto, se non tutto, di quello che già abitualmente pratichiamo sulla rete. Molto più di una semplice moda passeggera.
La caccia ai cuoricini (così vengono segnalati sulla schermata della diretta tutti i nuovi “spettatori”), quindi, è ufficialmente aperta.
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Andrea Vincenzi
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it