Movida on, le scuse vadano rivolte agli esclusi in partenza
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Da Forza Italia
A volte nel provare a spiegare, chiarire, giustificare un determinato fatto, si rischia di peggiorare la situazione, come nel caso di “Movida on” e della relativa assegnazione di soldi pubblici.
Nel corso della conferenza stampa indetta dall’assessore Maisto sono emerse considerazioni davvero sconcertanti. Partiamo da una prima sentenza del vicesindaco: “Le associazioni che abbiamo coinvolto (come noto senza ricorrere a bandi nda) rappresentano il meglio”. Su che base, mi chiedo, si afferma questo, dal momento che non sono mai stati fissati dei parametri tali da far considerare A migliore di B. Posta in questo modo la frase di Maisto è offensiva nei confronti di tutte le associazioni rimaste escluse, bollate come inferiori (anche in relazione a iniziative future) rispetto alle organizzazioni prescelte per questo progetto.
Sempre l’assessore, nel goffo tentativo di autogiustificarsi, sottolinea come i “bandi di gara hanno la pecca di escludere, questo progetto invece vuole includere”. Davvero singolare come concetto per chi ancora si sforza di considerare i bandi come uno strumento necessario per garantire trasparenza e imparzialità verso ogni soggetto legittimato a concorre all’assegnazione di incarichi pubblici.
Non è finita. La responsabile di Promeco, come riportato da un quotidiano locale, sottolinea testualmente che per Movida on “la selezione ha privilegiato le associazioni che già lavorano con il Comune”. Come a dire che o si è già tra le grazie dell’ente, oppure ci si trova davanti una strada sbarrata, precludendo la partecipazione a nuovi soggetti. Un concorso di idee, aperto a tutti e promosso per tempo, coinvolgendo anche le associazioni di categoria, come sottolineato da altri interlocutori, poteva dare sicuramente una risposta più ricca in termini di ricette da adottare nel concreto.
Voglio inoltre precisare, giusto per rimanere nell’ambito delle argomentazioni sollevate dal vicesindaco, che le critiche giunte da più parti riguardano la procedura adottata e, perlomeno da parte mia, non sono volte a sminuire e deprecare l’operato delle associazioni coinvolte in questo progetto che immagino siano costituite da persone preparate e volenterose. Ciò non toglie che il sistema adottato faccia venir meno l’applicazione dei fondamentali principi di pari opportunità sfavorendo chi non ha avuto la fortuna di collaborare precedentemente con il Comune di Ferrara. Ricordo infine a Massimo Maisto che se i giovani coinvolti in questo progetto sono in gran parte precari alle prese con la difficile situazione occupazionale di questo territorio, ne esistono tantissimi altri a cui mancano anche queste piccole ma significative opportunità di lavoro. Direi che è in primis verso questi ultimi che vanno rivolte le scuse dell’amministrazione e, più in generale, della politica.
Paola Peruffo
Coordinatrice Provinciale
Forza Italia Ferrara
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