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Da: Organizzatori

Sei detenuti del carcere di Ferrara, aiutati da tre artigiani della nostra città, sono gli artefici delle creazioni realizzate negli ultimi mesi in un laboratorio interno alla Casa Circondariale di via Arginone, e ora in mostra nella Bottega della Cattedrale di via Adelardi, 9.
Giovanni di Bono, Edin Ticic, Claudio Luciani, Mohammed Alì, Graziano Navigli e Francesco Miccichè (questi i nomi dei ‘detenuti artigiani’) da alcuni anni, almeno un’ora al giorno, sono impegnati nell’officina artigianale del carcere ferrarese, dove realizzano creazioni in legno, rame e altri materiali di recupero. Fino al prossimo 6 gennaio nella Bottega di via Adelardi sono in vendita alcune decine di oggetti, tra cui portafoto, specchi, anelli, collane e bracciali, taccuini e portatabacco, oltre a stupende barche a vela realizzate a mano.
Lunedì mattina la presentazione dell’esposizione ‘Arte in libertà’ organizzata dal cappellano del carcere Mons. Antonio Bentivoglio e dai volontari dell’Associazione ‘Noi per Loro’. Durante l’inaugurazione della mostra, che ha il patrocinio del Comune di Ferrara, erano presenti il Direttore del carcere Paolo Malato, la Comandante di Repato Annalisa Gadaleta, l’Assessore Chiara Sapigni, il vice sindaco Massimo Maisto, la consigliere comunale Ilaria Baraldi, Monica Tansini, collaboratrice del Garante dei detenuti, Loredana Onofri insieme ad altre educatrici della Casa Circondariale, e i tre artigiani che da un mese aiutano i detenuti nel laboratorio, Alessia Gamberini, Franco Antolini e Marco Pigozzi.
Come ha spiegato una delle organizzatrici, la volontaria Rosa, «l’idea della mostra è nata dopo che i detenuti hanno donato al Direttore e alla Comandante alcune loro creazioni». Mentre la Gadaleta ha spiegato come «in questi anni l’arte artigianale sia stata tramandata con grande zelo, rinnovando anche le tecniche e gli strumenti», il Direttore Malato ha elogiato le «potenzialità artistiche dei detenuti, non etichettabili solamente col crimine commesso», e l’Assessore Sapigni ha parlato di «un progetto importante, che permette anche ai detenuti un riconoscimento economico e una prospettiva per il futuro».

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