Oggi torniamo a parlare di birra perché è arrivata una notizia meravigliosa.
La mia partigianeria sul tema è nota a livello nazionale quindi per evitare rischi all’attendibilità della notizia cito testualmente:
Secondo i ricercatori dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia) – in uno studio pubblicato in ‘Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Disease’ – bere una moderata quantità di birra ogni giorno potrebbe ridurre il rischio di malattie cardiache fino al 25 per cento.
Il team composto da esperti internazionali (Costanzo, De Gaetano, Di Castelnuovo, Badimon, Bejko, Alkerwi, Chiva-Blanch, Estruch, La Vecchia, Panico, Pounis, Sofi, Stranges, Trevisan, Ursini, Cerletti, Donati e Iacoviello) ha analizzato oltre 150 studi sul tema, concludendo che bere fino a due pinte (da 0,662 litri) al giorno per gli uomini – una per le donne – potrebbe avere un effetto benefico sulla salute del cuore.
Ma c’è di più:
La squadra di ricercatori ha inoltre scoperto che bere tale quantità ogni giorno non produce differenze significative circa la possibilità di una persona di sviluppare demenza, cancro o altre malattie.
E allora apriamocene subito una perchè:
“Non c’è motivo per scoraggiare gli adulti sani che consumano moderatamente birra dal continuare a farlo”.
Fantastico.
Poi, lungi da me improvvisarmi dottore ma lo dico da anni: la birra fa bene anche se ti senti un po’ strano di pancia.
E anche se non c’è ancora uno studio credibile a riguardo, devo dire che qualcuno me l’ha confermato esattamente una settimana fa.
Eravamo di fronte a una patologia assai diffusa, la cacarellis vulgaris, volgarmente detta “cacarella”.
Ho consigliato al mio paziente l’assunzione di una birra e PUFFF!
Miracolo, tutto passato istantaneamente.
Ma c’è di più.
Perchè l’effetto non è stato assolutamente temporaneo, bensì, dopo circa tre ore il paziente era ancora in perfetta salute, di ottimo umore, con una bella cera, col cervello messo benissimo e le orecchie ascoltanti l’Adagio-di-Albinoni-che-in-realtà-non-è-di-Albinoni (versione Karajan ’83) in loop.
Insomma, un perfetto esemplare di homo sapiens sapiens nel pieno delle proprie facoltà.
Ma io in fondo non sono nessuno perchè nel 1982 i fratelli Mael – ben più attendibili di me – dicevano:
cold beer will cure a cold / cold beer and pretzels, takes care of cancer.
Quindi oggi ci ascoltiamo il pezzo in cui pronunciarono quella grande verità.
Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.
Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3
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