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Minarelli in versione gattopardo, ma l’autoconservazione porta alla disfatta

di Alessandra Tuffanelli

Dom. 13 Ott. 2019 – Estense.com:
“Nicola Minarelli è il nuovo segretario provinciale del Pd. […] rigenerare un partito in crisi non solo di voti. E per farlo il Pd riparte con un volto nuovo, quello di Nicola Minarelli, eletto sabato mattina nuovo segretario provinciale.”
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Mar. 22 Ott. 2019 – La Nuova Ferrara:
“Pd, Minarelli lancia Calvano e Zappaterra per il bis in Regione. Il segretario: si parte dai consiglieri uscenti, poi nomi nuovi”

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Squadra vincente non si cambia!
Alla faccia della discontinuità auspicata dal nuovo segretario nazionale e richiesta a gran voce da iscritti e simpatizzanti nei territori (o, quantomeno, da quelli che di voce ne hanno ancora un po’, tra ciò che rimane di iscritti e simpatizzanti).

Dunque, un’operazione di facciata, finta, a mio avviso. Pura simulazione di cambiamento, che però nasconde – e neanche troppo velatamente – una manovra di strenua autoconservazione di una classe dirigente che, pur gravata da un consenso che ha raggiunto i minimi storici, non accenna ad un minimo di autocritica, non arretra di un millimetro rispetto alle proprie posizioni e rimane ancorata con le unghie e con i denti ai ruoli acquisiti. Quanto sia salda quella presa lo scopriremo con certezza solo il prossimo gennaio con l’esito del voto regionale. Si finge di cambiare tutto, insomma, per non cambiare niente. Non sia mai che gli elettori ci credano ancora. Ma temo non accadrà.

Un grave errore politico quindi, a mio avviso, la scelta di riorganizzarsi e costruire una nuova proposta politica e programmatica per la regione, partendo dai consiglieri uscenti, così come lo è stata quella di confermare il candidato uscente Bonaccini. Che, al di là delle sue capacità e competenze come uomo politico e amministratore regionale, nel merito delle quali non voglio entrare qui ora, è assolutamente espressione di piena continuità con il precedente assetto del partito e soprattutto di quella ideologia renziana cui il popolo del centrosinistra ha detto no, in maniera chiara e forte, più e più volte, oramai.

Un errore che rischia di far fallire un’eventuale alleanza delle forze di centrosinistra per le prossime elezioni regionali e di consegnare, dopo la città, anche la regione in mano alle destre.

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Redazione di Periscopio



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)