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Mercoledì 11 novembre al Liceo Ariosto di Ferrara presentazione del Ciclo di letture dedicate all’Orlando furioso di Ludovico Ariosto

Articolo pubblicato il 9 Novembre 2015, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 4 minuti


da: Liceo Ariosto Ferrara

Il ciclo di letture dedicate all’Orlando furioso verrà presentato nel corso di una conferenza stampa che si terrà Mercoledì 11 novembre 2015, alle ore 11.00, nella Sala di lettura del Liceo Ariosto, via Arianuova 17

Nel 2016 si celebra il 500° anniversario dell’edizione cosiddetta ferrarese dell’Orlando furioso, quella appunto pubblicata nel 1516 per i tipi di Giovanni Mazzocchi (o Mazzocco) nella città estense.
Come è noto, l’Ariosto rimette poi mano alla sua opera e dopo una ristampa, sempre in quaranta canti, effettuata nel 1521, giunge a vararne l’edizione definitiva nel 1532, in quarantasei canti, giusto un anno prima della morte.
Il Liceo Ariosto di Ferrara sta programmando per la ricorrenza una serie di iniziative, un’anteprima delle quali prenderà avvio venerdì 13 novembre 2015 con il primo dei quattro incontri previsti nell’ambito del ciclo di letture “Orlando all’Ariosto” a cura del professor Claudio Cazzola.
La rassegna, oltre che a celebrare l’edizione del poema ariostesco, prosegue i fortunatissimi cicli di riletture dei classici che il professor Cazzola, già docente di Greco e Latino al liceo e ora docente a contratto presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, intraprese nel 2007 con la rilettura di alcuni canti dell’Odissea; al poema omerico si sono succeduti, negli anni successivi, l’Eneide, l’Iliade, le liriche di Lucrezio e di Orazio e, nell’ultimo triennio, la Divina Commedia.
Prendiamo ispirazione dalle due definizioni di “classico” presenti, fra altre ancora, nel fortunato volume di Italo Calvino, Perché leggere i classici, Mondadori, Milano 1991 (a pagina 13 rispettivamente quarta e quinta proposta). Che il poema ariostesco possa essere collocato nella lista dei classici sembra essere fuori discussione, proprio alla luce delle riflessioni calviniane qui evocate: non solo, ma possiamo rendere ancor più sicuro il nostro itinerario di lettori con ciò che segue, ritenuto da Calvino medesimo “corollario” della definizione n. 4, secondo cui «un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire».
Ciò premesso, si coniuga a quanto sopra pure la fortunata circostanza degli accadimenti centenari, considerato che l’anno 2016 vede il mezzo millennio a far tempo dalla prima edizione del poema. In vista di codesto evento, la Casa Editrice Leo S. Olschki di Firenze ha allestito da tempo una “edizione critica dell’Orlando furioso secondo la princeps del 1516” a cura di Marco Dorigatti, docente di letteratura italiana presso l’Università di Oxford, sotto l’egida dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara (2006). L’Ariosto, come si sa, rimette poi mano alla revisione della sua opera, e, dopo una ristampa sempre in quaranta canti effettuata nel 1521, giunge a vararne l’edizione definitiva nel 1532 contenente quarantasei canti, giusto un anno prima della morte.
Tutta questa temperie culturale congiura affinché ci si renda lietamente disponibili ad una ennesima rilettura del poema, limitata, per sole ed esclusive ragioni di tempo, al canto primo, luogo di raccolta di tutti i fili narrativi sapientemente svolti e poi riavvolti con incessante lavorio immaginativo dal Poeta.
E anche qui, proprio prima della partenza, ci soccorre di nuovo il viatico calviniano:
«In principio c’è solo una fanciulla che fugge per un bosco in sella al suo palafreno. Sapere chi sia importa sino ad un certo punto: è la protagonista d’un poema rimasto incompiuto, che sta correndo per entrare in un poema appena cominciato» (Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, Mondadori, Milano 1995, p. 35).
Non ci resta che ascoltare.
Orlando all’Ariosto
Programma (prima parte autunno 2015):
13 novembre
1. Il proemio e l’avvio della narrazione (ottave 1-10)
L’indicazione della materia complessiva, cui segue l’individuazione del personaggio eponimo, colui cioè che dà il nome al poema, è coronata dalla dedica al Cardinale Ippolito d’Este. A seguire, la sapiente cucitura testuale con il tema dell’innamoramento di Orlando già presente nel poema del Boiardo.
20 novembre
2. I cavalieri a singolar tenzone (ottave 11-31)
La scomparsa di Angelica dal padiglione del duca di Baviera mette in moto la macchina avventurosa i cui primi movimenti sono riservati a Rinaldo, signore di Montalbano, e Ferraù, figlio di Falsirone e nipote di Marsilio.
27 novembre
3. La fuga di Angelica (ottave 32-50)
Siamo nel cuore del canto iniziale, con l’ingresso di Angelica nel bosco – il luogo fatato per antonomasia.
4 dicembre
4. Le avventure di Angelica nel bosco (ottave 51-fine)
L’incontro della donzella con Sacripante e l’apparizione improvvisa ed inopinata di un misterioso cavaliere.
Gli incontri si svolgeranno nella Sala di lettura della Biblioteca del Liceo Ariosto, con inizio alle ore 21. La partecipazione è libera e aperta a tutta la collettività.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani