Da: Movimento 5 stelle
Il tema delle mense scolastiche domina la cronaca di questo inizio anno un po’in tutta Italia e sono soprattutto i genitori dei bambini delle scuole d’infanzia, delle primarie e secondarie ad esprimersi e a mobilitarsi in molte realtà, mettendo a nudo le numerose criticità dei servizi di refezione scolastica: i costi troppo elevati, la scarsa qualità e gradevolezza del pasto, i locali che in molte scuole sono inadeguati per rendere il pasto un tempo-scuola piacevole ed educativo, le tabelle nutrizionali e le diete proposte spesso monotone e superate dalle più moderne ed equilibrate teorie sull’ alimentazione, la mancanza quasi ovunque, salvo rare eccezioni, di proposte alimentari alternative in grado di assecondare le nuove tendenze, la scarsa trasparenza negli appalti di assegnazione del servizio e infine le difficoltà da parte delle famiglie ad ottenere non solo soluzioni alternative (pasto da casa o rientro in famiglia), ma anche semplicemente informazioni e documentazioni a garanzia della provenienza e qualità del cibo e della sua preparazione. Tutto questo è emerso chiaramente, oltre che sui media in questi giorni a seguito di un rapporto di Cittadinanzattiva, anche durante lo sportello straordinario presso la sede consiliare del M5S lo scorso 14 ottobre, un momento d’incontro con le famiglie interessate a questa problematica che ha visto la partecipazione di numerosi genitori di bambini e ragazzi di varie scuole di diversi gradi.
All’ incontro sono emerse altresì criticità peculiari e paradossali, una sorta di anarchia diffusa in cui ogni scuola si comporta in maniera diversa dall’ altra, regolamenti e norme vengono interpretati ed applicati nei modi più svariati, alle esigenze delle famiglie si danno risposte contraddittorie e discutibili; il caso più eclatante e recente è quello sollevato dalla scuola secondaria di Porotto, con il contestatissimo conteggio delle ore di assenza per le uscite durante l’orario di mensa..
Pur essendosi affermate nel Comune di Ferrara diverse esperienze alternative di servizi di ristorazione, tra cui piccole mense autogestite, a dominare la scena è il monopolio della cooperativa CIR sul cui operato, sulla qualità del cibo e la monotonia della dieta suggerita da “affezionati consulenti” dell’Amministrazione, sui costi elevati e sul sistema di pagamento a fasce di reddito ISEE, ogni genitore ferrarese potrebbe argomentare a lungo.
La sensazione è che in virtù dell’autonomia scolastica ogni istituto ormai navighi a vista, che i dirigenti cerchino di districarsi nella giungla cresciuta a dismisura con le riforme degli ultimi decenni e che il loro accresciuto potere non porterà affatto miglioramenti nell’organizzazione dei servizi né nella didattica, ma piuttosto ad un processo di progressiva deresponsabilizzazione da parte della scuola, una limitazione dei diritti dei ragazzi e un ulteriore asfissiante aumento di burocrazia e vincoli, spesso onerosi, per le famiglie.
Si tratta quindi di un tema sempre più sentito che va affrontato con urgenza e con la più ampia partecipazione dei vari attori in gioco, prime fra tutte le famiglie e il loro sacrosanto diritto di libera scelta del cibo e della tipo di alimentazione per i propri figli.
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