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Maurizio Oliviero ha presentato alla stampa cittadina “A di Spal”

Da Organizzatori

“Voglio, assolutamente voglio e rivoglio, desidero con il cuore e la mente che ci sia, almeno a Ferrara, una via dedicata alla Spal”: se le norme in materia di toponomastica lo permettano al momento non è dato sapere. Di certo l’auspicio-appello di Maurizio Oliviero, tifosissimo spallino con la passione per la scrittura, è messo nero su bianco (e ben evidenziato) fra i ‘pensieri biancazzurri in libertà’ di “A di Spal”. Trentadue pagine in formato tascabile, niente foto patinate e firme roboanti, in questo taccuino – terzo lavoro dedicato da Oliviero alla ‘Ars et Labor’ che è stato presentato questa mattina alla stampa cittadina al Caffè Venezia ed è già in distribuzione, al costo di 3 euro, nelle principali edicole oltre che al Centro Coordinamento Spal Clubs – insieme ai nomi dei protagonisti dell’ultimo memorabile campionato – “non solo gli argonauti già parte integrante della nostra storia ma anche quelli che hanno giocato solo qualche minuto” – sono “fermate sulla carta le sensazioni di chi c’era anche quando si era in D, quando là con il Mezzolara gli unici che parlavano di serie A eravamo il amico amico Cippe e io”. Aspettando ‘via della Spal’, in questa raccolta Oliviero non dimentica però anche una provocazione semiseria sulla questione ‘nuovo stadio’. “Se proprio dobbiamo riconoscere che il ‘Mazza’ è vecchio ed obsoleto – scrive – allora io lo farei in piazza Trento Trieste, vicino al Duomo, a pochi metri dal Castello, abbattendo il palazzo ex Upim e mettendo nei dintorni distributori automatici di palloni perché chi lo desidera possa fare quattro passaggi in centro, magari con qualche giocatore della nostra Spal”. E se con tutta probabilità quest’idea non approderà a Palazzo Municipale – nondimeno che negli uffici della Soprintendenza – dopo la presentazione alla stampa appuntamento con l’autore per gli aficionados di vicende spalline venerdì 30 giugno dalle 19 per un aperitivo ospitato sempre al Caffè Venezia. “Dove – ha confessato Oliviero – mentre festeggiavo il 25° di matrimonio, incontrai l’allora tecnico Aldo Dolcetti e parlando con lui di Spal….mi dimenticai mia moglie”.

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)