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18 Dicembre 2015

Martin Reverby

Tempo di lettura: 3 minuti


Oggi è il 18 dicembre e come ogni 18 dicembre potrei sfracellare l’anima a chiunque con delle infinite pezze su Keith Richards.
Ma questa volta no.
Questa volta ho deciso di rendere onore a Martin Rev ovvero metà – insieme ad Alan Vega – di quella prima band che si definì “punk” con cognizione di causa.
Strano ma vero, nel 1971, furono proprio i Suicide a sbandierare per primi quella parola su un volantino.
Ovviamente, prendendo l’idea da Lester Bangs.
Rispetto a ciò che il punk divenne successivamente i Suicide rappresentavano e rappresentano ancora un’anomalia.
Due stronzi, vestiti sì di pelle, ma solo due.

Brano: “23 Minutes Over Brussels” dei Suicide Album: Suicide del 1977
Brano: “23 Minutes Over Brussels” dei Suicide
Album: Suicide del 1977

Rispettivamente, Martin Rev dietro a una tastiera scassatissima e a una drum machine altrettanto scassata “pensata per i bar mitzvah” (!) e Alan Vega dietro al microfono e con in mano una catena.
Il tutto in mezzo a molto molto riverbero.
I Suicide arrivarono al primo disco perfettamente in tempo, nel 1977.
Ma non andò benissimo.
Esiste una registrazione di un concerto di spalla a Elvis Costello, in Belgio, nel 1978.
Il pubblico li massacra di fischi e chiama a gran voce il buon Elvis ma i Suicide non si scompongono e reagiscono a modo loro: Martin Rev continua dritto come un treno e Alan Vega aumenta di volume le sue ormai proverbiali urla annegate nel riverbero.
E a una certa gli risponde urlando “SHUT THE FUCK UP! THIS IS ABOUT FRANKIE!”.
Giustamente, anche.
Per chi non conosce la storia di Frankie, beh, recuperatevi quel disco del 1977.
Quel disco, dicevo prima, non andò da dio a livello di vendite ma riuscì a guadagnare un culto di fan anche “insospettabili” come quel tipo famoso, Bruce Springsteen.
Quel furbacchione del Boss infatti sgamò subito le vere radici dei Suicide.
Perché dietro a quei suoni “proto-synthpop”, “proto-no wave” o come li volete chiamare, c’era una cosa che a uno come Bruce non poteva davvero sfuggire: Elvis ma non Costello, diomà.
E Alan Vega l’ha sempre detto e ridetto: è solo r’n’r.
Da lì vissero più o meno tutti felici e contenti.
Elvis muore lo stesso anno in cui esce il disco dei Suicide, Elvis Costello è ancora in giro, i Suicide continuano a fare dischi in linea di massima fighi (anche da solisti), il Boss gli ruba qualche idea per Nebraska e continua a suonare la loro Dream Baby Dream in live.
E in tutto questo Alan Vega quest’anno ne ha fatti 77 (!) e Martin Rev ne fa, proprio oggi, 68.
Quindi celebriamo Martin Rev e i Suicide con questo “defining moment in punk history”.
Auguri e grazie per il riverbero.

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