Maria Serena Mazzi presenta il libro “La mala vita. Donne pubbliche nel Medioevo”
Da: ibs+LIBRACCIO
Venerdì 23 novembre – alle 18
Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
Maria Serena Mazzi presenta il libro
“La mala vita. Donne pubbliche nel Medioevo”
(il mulino)
Dialoga con l’autrice
Silvana Vecchio
«Si può fuggire inseguendo un miraggio, una speranza di vita e di lavoro migliore. Si voltano le spalle a mariti violenti. Si schiude il battente di un convento nel quale non si voleva entrare e dove ogni giorno impone la sua pena. Si tenta di andare lontano da creditori e sfruttatori. Si scappa dalle case altrui, dalla servitù e dalla schiavitù, dalle mani rapaci dei padroni, dalla mancanza di diritti. Oppure si abbandona una casa, una famiglia, per tentare la sorte in un altrove indefinito, per un richiamo di curiosità, per non rimirare ogni giorno lo stesso limitato orizzonte»
Nel Medioevo le donne vivevano in una rigida sottomissione. Non assecondare la volontà della famiglia, non ubbidire agli uomini, padri, mariti o padroni, manifestare indipendenza di giudizio o di comportamento facevano di loro delle ribelli. Ma non sono mancate sante, regine, badesse, semplici monache, umili contadine, serve, schiave, eretiche, streghe, prostitute che hanno scelto di sottrarsi a destini segnati, resistendo, opponendosi, fuggendo. Donne decise a viaggiare, conoscere, insegnare, lavorare, combattere, predicare. O semplicemente a difendersi da un marito violento, da un padrone brutale. O a salvarsi la vita, scampando ai roghi dell’Inquisizione. Da Margery Kempe a Giovanna d’Arco, da santa Brigida a Eleonora d’Aquitania, alle tante ignote o dimenticate donne in fuga verso la libertà.
Maria Serena Mazzi è professore ordinario di Storia medievale; ha insegnato nelle Università di Firenze e Ferrara. Tra i suoi libri: «Prostitute e lenoni nella Firenze del Quattrocento» (Il Saggiatore, 1991), «Toscana bella» (Paravia, 1999), «Gente a cui si fa notte innanzi sera» (Viella, 2003); «Come rose d’inverno» (2004) e «I labirinti del potere» (2010), entrambi per Nuovecarte; per il Mulino «In viaggio nel Medioevo» (2016).

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PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)